Cividale, dagli scavi emerge un’abitazione del XIII secolo
CIVIDALE. Continua a regalare sorprese piazza Garibaldi, già teatro di un importante rinvenimento archeologico e ora nuovamente prodiga di resti.
Dal secondo fronte di scavo aperto nello slargo, che la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia - d'intesa con il Comune - ha voluto analizzare approfittando dei lavori in corso per il restyling del sito, sono infatti emerse le tracce di un'abitazione in uso almeno del XIII secolo; le era annesso un ambiente interrato coperto a volta, che veniva utilizzato come discarica casalinga.
La scoperta conferma l'esistenza, al di sotto dell'attuale piano di calpestio, di edifici ad uso abitativo che vennero demoliti dopo l'età rinascimentale, quando si decise di realizzare nel contesto la piazzetta tuttora esistente.
Da un saggio in profondità eseguito nell’area del cantiere, che si sviluppa sul lato della piazza contiguo all'imbocco di via Patriarcato, si può cogliere con nettezza la stratigrafia che caratterizza la storia di Cividale, dall'epoca tardo romana fino a quella longobarda e alle fasi successive, testimoni di una continua e ben evidente evoluzione costruttiva.
Gli archeologi stanno adesso completando la registrazione dei reperti portati alla luce: al termine dell'operazione lo scavo verrà ricoperto.
Le indagini nel sottosuolo non sono però concluse. Proseguiranno, a breve, nell'attigua piazza San Giovanni, ambito in cui secondo le fonti esisteva uno xenodochio (da cui il nome della chiesa, San Giovanni in Xenodochio appunto), ovvero una struttura di ricovero e accoglienza fatta costruire, nell'VIII secolo, dal duca longobardo Rodoaldo.
Piazzetta Garibaldi, per parte sua, ha già restituito - nella precedente tornata di scavi, anch'essi ricoperti al termine dei rilevamenti - possenti muri d'età basso-medievale e rinascimentale, composti da blocchi di pietra e interrotti da una soglia d'accesso: appartenevano a un immobile di pregio, verosimilmente una prosecuzione di quello individuato a suo tempo nella confinante piazza Paolo Diacono.
Negli strati inferiori era stata inoltre riscontrata la presenza di un pavimento in cocciopesto, testimonianza del periodo tardo-romano. Lo scandaglio delle due piazzette, interessate dai cantieri per la riqualificazione ormai da qualche mese, è finalizzato a raccogliere elementi stratigrafici utili ad approfondire la conoscenza della città antica.
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