Claber, chiusura sino a fine mese Cassa integrazione per 240 persone

Intanto Sarinox (gruppo Sassoli) cede un ramo d’azienda Nella fabbrica avianese in salvo solo 13 dei 22 posti di lavoro



Cresce il numero di aziende che sceglie di chiudere durante la guerra al Coronavirus. Una scelta di prudenza, una scelta sofferta come quella di Gianluigi Spadotto, titolare della Claber, azienda di eccellenza nella produzione di sistemi per l’irrigazione. Da oggi i circa 240 dipendenti saranno in cassa integrazione (almeno sino a fine mese). Misure restrittive sono state assunte anche da altre aziende della provincia, tra cui per esempio la C*Blade di Maniago, che si fermerà per ora sino a domani. Il conto di chi chiude coraggiosamente, come conferma il presidente di Unindustria Michelangelo Agrusti, sale ogni giorno e ha già superato la metà delle imprese pordenonesi.

Nel frattempo si apre un caso alla Sarinox, impresa del Gruppo Sassoli che dopo avere lasciato Aviano ora trova spazio nello stabilimento della “sorella” Lavinox di Villotta di Chions. È di ieri l’annuncio checede un ramo d’azienda alla Stainless steel center, una società di nuova costituzione priva di dipendenti in forza: sono interessati dall’operazione 13 dei 22 addetti.

Quale il futuro per gli altri 9? È l’interrogativo delle organizzazioni sindacali che ieri hanno ricevuto, assieme ai lavoratori, questa notizia che li ha spiazzati. Da quanto si è appreso, è coinvolto dalla cessione anche lo stabilimento Sarinox di Basiano, in provincia di Milano: non si conoscono, però, i numeri dei dipendenti interessati dalla procedura (l’organico è composto da 84 unità). Nella fabbrica lombarda, è stato dichiarato lo sciopero, «considerato pure che non è stato pagato lo stipendio di febbraio e interpretando l’operazione in essere come la conferma del fallimento», si legge nella nota a firma delle Rsu Fiom di Milano.

Al di là della situazione milanese, c’è forte fermento nel sito di Villotta di Chions. «Oggi abbiamo ricevuto la comunicazione che ci ha lasciati senza parole – ha commentato il sindacalista di Fim Cisl Gianni Piccinin –. La proprietà si conferma quella che in questi anni si è dimostrata: la procedura avviata è in perfetto stile Sassoli». Maestranze e sindacato sono piene di interrogativi: è emerso che verrà convocato un incontro con le forze sociali e Unindustria per illustrare la decisione e le conseguenze.

«Vorremmo capire a chi fa riferimento questa nuova società: gravita attorno ai Sassoli? – è il primo interrogativo di Piccinin –. Quindi la partita più delicata, quella che riguarda i dipendenti: perché soltanto 13? E con quali criteri verranno scelti? Per gli altri cosa è previsto? ». Il timore è che Sarinox si stia avvicinando alla chiusura. «Che fine farà Sarinox? Chiusura o fallimento oppure cos’altro? – prosegue Piccinin –. Auspichiamo che tutti gli interrogativi possano trovare presto le dovute risposte. Il modus operandi dei Sassoli, anche in questo caso, è difficile da commentare». —



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