Claudio Bisio: «Il potere a volte inebria, bisogna sapersi fermare»

La nuova commedia “Benvenuto Presidente!” sa unire risata e riflessioni. L’attore sarà domani al Visionario di Udine e al Cinemazero di Pordenone

UDINE. Dai, è la moda cinematografica dell’attimo. Nemmeno del momento. Sentiamo, in animo nostro, l’irresistibile impulso di ribaltare il vissuto politico italiano, ormai logoro e intollerabile. La gente si appassiona al gesto ribelle. Intanto se la gode virtualmente, poi Dio provvederà. Con la spinta di tutti noi, altrimenti da solo non ce la fa.

Già Viva la libertà di Roberto Andò ha innescato il processo rivoluzionario sostituendo il politichese con la poesia. Miracolo annunciato: si smorzano le distanze e si assottiglia il gap ormai abnorme fra il popolo bue e il grande comunicatore. Non è poi così difficile arrivarci. Se una strada è sbarrata è naturale optare per un’altra, o no? Ma loro sono marmorei in quanto a elasticità mentale.

Ora è Claudio Bisio a buttarsi a pesce sul Quirinale - e non per dire, ma nel film il suo Giuseppe “Peppino” Garibaldi è un signor pescatore - luogo ancora vergine per la settima arte. Non siamo Hollywood che vanta una raccolta consistente di inquilini dello Studio Ovale, l’Italietta si è sempre fermata a Montecitorio. Sul colle ci sale Riccardo Milani, portando sulle spalle una comedy - Benvenuto Presidente! - con tutti i crismi del divertissement di testa e di cuore.

Ospiteremo con gioia in Friuli lo stesso Bisio, Milani e la produttrice Francesca Cima (che nasce a Sacile) della Indigo Film, in una delle tante soste promozionali. Il trio sarà domani, domenica, al Visionario (prima e alla fine della proiezione delle 16.20) e poi al Cinemazero di Pordenone alle fine dello spettacolo delle 18 e all’inizio di quello delle 20.

- Claudio, non è che ci ha preso gusto nell’abito blu incravattato del presidente della Repubblica?

«Onorato e spaventato. E imbarazzato dalla cravatta, appunto, giusto per dirla intera. Non la porto volentieri. Mi dà una sensazione di oppressione. Infatti una battuta del film - “sono nato con il cordone ombelicale attorno al collo” - fa parte della mia vita vera. Successe così o qualcosa di molto simile, mi raccontava mia nonna».

- Siamo un Paese grottesco dove tutto può succedere. Accetterebbe se la eleggessero capo dello Stato?

«Ma scherza! Troppe responsabilità. Di questi tempi, poi. Non è che Napolitano se la stia passando poi così morbida in queste ore. Avrei sicuramente più oneri che onori. Faccio un altro mestiere, per fortuna. Lasciamo la poltrona a chi se la merita davvero».

- Però è tempo favorevole ai comici...

«Non l’ho votato Grillo. Continuano a chiedermelo. Anche se apprezzo la sua indignazione e il suo modo diretto di affrontare la baraonda elettorale. Aspettiamo il governo. Va fatto in fretta».

- Bisio e la politica?

«Tocca scendere ai tempi del liceo. Anni d’impegno e di denuncia, se serviva. Rifarei tutto, la coscienza è linda e non nascondo scheletri. Poi ho conosciuto Dario Fo e ho deviato sul palcoscenico».

- Si ride e ci si commuove pure con Benvenuto Presidente! C’è un magnifico abuso di umanità che cozza volutamente sulla corruzione del palazzo, rappresentata da tre onorevoli ignoranti e trafficoni. E quando il suo Peppino presidente capisce che sta per essere travolto dal potere...

«Non volevamo diventasse un eroe irreale. È un uomo che si ricorda di essere uomo semplice. Infatti la sua assistente gli dice: “Attenzione, a fare troppo i santi si diventa diavoli”. Il successo a volte inebria, bisogna sapersi fermare».

- A proposito di assistente: una splendida Kasia Smutniak!

«Una scelta perfetta. All’inizio eravamo dubbiosi. Per la sua galleria drammatica prevalente, solo per questo. Milani ci ha fatto vedere una puntata di Volare e il sì è stato convintissimo».

- Zelig è crollato da quando non c’è più Bisio...

«Dovevo staccare dopo quindici anni e lasciare la scena ad altri. Ricordo sempre le parole di Fo: “Il pubblico deve alzarsi con appetito, mai saziarlo”».

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