A Codroipo l’ultimo saluto a Carla Comisso: «Un esempio di coraggio»
La comunità si è riunita nel Duomo per il funerale della presidente del consiglio comunale, in occasione del quale è stato proclamato il lutto cittadino. Il ricordo del sindaco: «Eri capace di far guardare tutti noi oltre l’immediato»
Le parole di una canzone in friulano. Il ricordo che parte da un verso, “tu as doi voi, ca son do stelis…”, da quegli occhi come due stelle «profondi, vispi e sensibili che parlavano senza parlare». Quegli occhi con cui la presidente del consiglio ed ex assessore di Codroipo Carla Comisso guardava la comunità con amore mettendola sempre al primo posto. E la “sua” gente era lì, lunedì 27 gennaio, a salutarla in duomo nella giornata in cui è stato proclamato il lutto cittadino.
Lei capace di far guardare tutti «oltre l’immediato. Oltre il facile da ottenere – ha ricordato il sindaco Guido Nardini –. Oltre a noi stessi e alle nostre ragioni, pensando sempre al futuro e ai giovani, ai quali rivolgevi il tuo pensiero e le tue azioni. Per loro sei stata una maestra senza mai salire in cattedra, avvicinando tanti alla politica codroipese e accompagnandoli con coerenza ed esempio nell’arte nobile dello studiare, progettare e agire per cercare di migliorare le comunità».
Lei «una “impastatrice d’amore” in ogni relazione che hai vissuto intensamente, fosse nella tua famiglia, che hai amato sopra ogni cosa, nel tuo studio e nel tuo lavoro nel reparto di Cardiochirurgia, che ti ha formata e arricchita, così come nella vita pubblica e nel mondo del volontariato». Agiva e leggeva le situazioni d’istinto, lanciava il cuore oltre l’ostacolo Carla, con forza, con un coraggio da combattente. «La tua onestà e la tua devozione sacrale al mandato che ti è stato dato dai cittadini, la tua rettitudine e la fiducia verso i tuoi compagni di squadra hanno fatto di te un pilastro insostituibile in questa esperienza amministrativa insieme» ha proseguito il sindaco.
Anche nella battaglia contro la malattia, che l’ha portata via a 51 anni, il suo pensiero era sempre rivolto agli altri. «Avevi intuito – ha proseguito Nardini – che “prendersi cura” della città così come delle fragilità, implica superare una barriera ed entrare in intimità con gli altri. E così non è un caso che anche gli anziani, le frazioni – su tutte la tua Lonca – fossero al centro dei tuoi pensieri, insieme a tutti quelli che erano colpiti dalla sofferenza, per i quali ti spendevi nella speranza di migliorare le cose anche di fronte a situazioni che sembravano insormontabili». C’era per tutti, c’era sempre Carla. E la sua comunità lunedì 27 si è stretta al marito Michele e ai figli Edoardo e Francesco, sostenendoli come in un abbraccio.
Equilibrata presidente del Consiglio, prima volta nella storia di Codroipo ha rappresentato la collegialità delle forze politiche che operano per il bene comune della nostra collettività. «Gestivi l’assemblea ed i lavori con saggezza ed equilibrio. Mi mancheranno i calci che mi tiravi sotto banco quando il mio temperamento mi faceva andare oltre» ha concluso Nardini. I momenti di gioia e festa passati assieme, fra ironia, la musica che le piaceva tanto e sempre il suo sorriso che illuminava chiunque incontrasse. Quei momenti che tutti porteranno nel cuore.
«Carla ci ha insegnato – le parole di don Ivan Bettuzzi durante l’omelia – cosa vuol dire fiorire nelle vite degli altri, cosa vuol dire abitare le sofferenze e le gioie di una comunità, perché per prima si è fatta abitare da tutto questo, si è fatta abitare dall’amore di Dio, che ha educato il suo cuore a essere un dono per tutti quelli che l’hanno conosciuta, alle volte anche solo sfiorata. Ha appreso che veder fiorire e diventare belle le vite degli altri è la cosa che rende più bella la propria vita. Preghiamo che lo Spirito Santo ci doni sensibilità per amare ed essere portatori di speranza, ci insegni a coltivare il dono dell’ascolto, ad agire con umiltà e gioia ogni volta che incontriamo un cuore triste e afflitto e Carla possa continuare ad aiutarci e sostenerci con il suo sorriso luminoso».
Codroipo ha salutato «quella ragazza mingherlina di Lonca dagli occhi brillanti che ha dimostrato un coraggio da combattente». Con quei due occhi come stelle che «ci dicono di continuare a percorrere la strada che abbiamo condiviso con determinazione e forza, come tu ci hai insegnato a fare».
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