Colleziona oltre mille insegne che raccontano storie di Udine e del Paese

La passione di Umberto Bernardi, gestore dell’osteria “Gnagne Sese”. «Fotografano un quotidiano e un modo di vivere che non esistono più» 
Udine 7 Gennailo 2020. Targhe e tabelle con titolare Osteria Gnagne Sese. Foto Petrussi
Udine 7 Gennailo 2020. Targhe e tabelle con titolare Osteria Gnagne Sese. Foto Petrussi

UDINE. Un cartello di un pedaggio pedonale che non esiste più, le insegne dei locali che hanno segnato la storia di Udine e che ormai hanno cambiato più volte nome, proprietario e attività: sono circa un migliaio le insegne che negli anni Umberto Bernardi, per tutti Piero, classe 1967 di Udine, ha recuperato facendone una collezione personale.



«È una passione – racconta – che è nata dal mio lavoro». Piero, infatti, è da 25 anni il titolare dell’Osteria “Gnagne Sese” di via Marsala ma, fino a due anni fa, si occupava anche di ristrutturazioni e interventi come artigiano.

Udine 7 Gennailo 2020. Targhe e tabelle con titolare Osteria Gnagna Sese. Foto Petrussi
Udine 7 Gennailo 2020. Targhe e tabelle con titolare Osteria Gnagna Sese. Foto Petrussi

«La maggior parte dei pezzi arriva proprio dal recupero degli edifici, da vecchie attività commerciali, da cantine e dalla ristrutturazione di case e locali pubblici dismessi: vecchie insegne che sarebbero state buttate via e che io invece recupero, pulisco e conservo.

Udine 7 Gennailo 2020. Targhe e tabelle con titolare Osteria Gnagne Sese. Foto Petrussi
Udine 7 Gennailo 2020. Targhe e tabelle con titolare Osteria Gnagne Sese. Foto Petrussi

Nel tempo è diventata una vera e propria collezione privata e personale: non sono interessato a vendere i miei pezzi, al massimo li posso scambiare con altri appassionati in giro per l’Italia».

Vecchie insegne di bar e ristoranti, sali e tabacchi, marchi di caffè e birra e poi Barilla, Algida, Coca Cola: alcuni esemplari si possono vedere esposti all’interno del locale udinese, ma la maggior parte sono conservati in un magazzino. «Le mie preferite sono le targhe più vecchie, quelle che raccontano pezzi di storia della nostra città e del paese, che fotografano un quotidiano e un modo di vivere che non esistono più».

C’è per esempio la vecchia insegna del Cinema Cristallo di piazzale Cella e quella della storica pasticceria Panciera sotto i portici del municipio e c’è anche la tabella che un secolo fa era esposta agli ingressi di corte Giacomelli, il sottoportico che collega piazza San Giacomo a via Zanon. La scritta avvisa: «Passaggio di mera tolleranza del proprietario» perché all’epoca, per poter passare, si pagava il pedaggio al proprietario del palazzo.

«Un altro pezzo a cui tengo particolarmente è la targa che recita “La legge punisce chi maltratta gli animali”, un vecchio cartello ufficiale che veniva esposto fuori dai canili negli anni Cinquanta. Parliamo di canili autorizzati che all’epoca erano sedici in tutta Italia: io ne ho uno che arriva dal Lazio e ne ho cercati altri esemplari in giro per il paese senza mai trovarne nemmeno una traccia».

Piero ha anche la prima insegna di divieto di affissione di Udine che era stata esposta su Porta Manin. Ha una strana forma “a caramella” ed è stata realizzata a mano tanto che, avendo calcolato male la larghezza, le lettere “S” sono tutte addossate e praticamente verticali.

Dal Nordest al Nordovest con la targa che, un tempo, era esposta a Torino nei locali pubblici all’epoca del re e che oggi è appesa all’interno di Gnagne Sese: «Per l’onore d’Italia combattete la bestemmia».–


 

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