Colto da malore improvviso, muore Gianni Patriarca: è stato assessore e signore del basket
Aveva 79 anni, era stato un noto imprenditore nell’azienda di famiglia (arredo). Una vita dedicata anche alla politica (militò nella Dc)

TRICESIMO. Gianni Patriarca non c’è più. Un’assenza che a Tricesimo si sentirà a lungo. Non solo per la sua figura istituzionale, attualmente assessore nella giunta Baiutti, ma per il vuoto che le persone di cuore e che si spendono per la propria comunità lasciano. Un uomo che ha lasciato il segno e che si è spento improvvisamente all’età di 79 anni, sabato sera, per causa di un malore nella sua abitazione.
Laureato in economia e commercio a Milano, Patriarca aveva continuato l’attività di famiglia avviata dal padre nel settore dell’arredo che gestisce per diversi anni con successo.
Amante della pallacanestro, aveva fondato la “Patriarca Basket” che per anni ha calcato parquet importanti.

Ma una delle sue grandi passioni, che coltiva fin da ragazzo, era la politica: esordì come segretario della Democrazia Cristiana a Tricesimo per poi proseguire con ruoli attivi all’interno della comunità tricesimana prima come consigliere comunale e poi come assessore, al fianco di diversi sindaci che hanno sempre potuto contare sul suo aiuto. Nella vita politica anche una breve parentesi romana e un impegno anche regionale sempre tra le fila dell’ex Dc.
Tanti i suoi cavalli di battaglia, a partire dal decoro e la pulizia della cittadina che, secondo il suo pensiero, non poteva essere effettuata solo dall’amministrazione pubblica ma anche dai cittadini, che andavano coinvolti e responsabilizzati. Proprio per questo per anni si era occupato personalmente dello sfalcio dell’erba dell’aiuola vicino a casa sua, ma anche di aree verdi utilizzate dai più piccoli e dagli anziani come la scuola media e la casa di riposo. Con questo intento aveva avviato qualche anno fa l’iniziativa “Adotta un’aiuola” con cui sperava di spronare i cittadini a prendersi cura della loro città.
Gianni Patriarca se ne è andato alla vigilia di una delle iniziative che gli stava più a cuore, la mostra ornitologica. Un appuntamento, che ha avuto luogo domenica mattina, che seguiva personalmente e dove amava far cantare i suoi uccellini che accudiva quotidianamente. Un modo per tenere vive le antiche tradizioni della zona e che voleva trasmettere ai più giovani.
Si è spento dopo aver salutato gli amici della classe ’39 con cui aveva pranzato poche ore prima e amando profondamente la moglie e le sue tre figlie, nonché i nipoti.
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