Come cambierà il turismo in Fvg? In spiaggia da luglio, ombrelloni distanziati ma niente protezioni in plexiglass

Si lavora per salvare almeno metà stagione. In montagna, sulla carta, meno problemi

Apriremo l’ombrellone, stenderemo l’asciugamano sul lettino, ci spalmeremo la crema protettiva per evitare scottature, faremo un tuffo in acqua. La stagione del mare, in un modo o nell’altro, si farà. Non dall’inizio (le tradizionali inaugurazioni di maggio a Grado e Lignano dovranno essere giocoforza rinviate al 2021), ma da luglio a settembre è realistico pensarci.

CORONAVIRUS, I DATI

«È una partita da giocare – ammette il direttore di Promoturismo Fvg Lucio Gomiero – in un campo difficile, ma potremmo vincerla. Ci baseremo sulle disposizioni medico-scientifiche per capire quanto possiamo adattarci alla nuova realtà e rendere la vacanza godibile. Maggio e giugno? Per i miracoli, al momento, non siamo attrezzati, è meglio non illudere le persone. Puntiamo a offrire una vacanza sulle spiagge del Friuli Venezia Giulia tra luglio, agosto e settembre.

Naturalmente ci saranno dei protocolli per la gestione dei flussi, magari l’obbligo di mascherina, la misurazione della temperatura prima dell’ingresso, il contingentamento degli accessi. Io credo che un riempimento del 50% degli arenili attrezzati possa essere già soddisfacente, viste le premesse. Non possiamo programmare più di tanto nemmeno noi, dobbiamo solo essere bravi e veloci ad adattarci a una realtà che cambia in fretta».

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Molto probabilmente l’estate 2020 sarà solo per il cosiddetto turismo di prossimità. Ma Gomiero non esclude una “calata” di stranieri, se i confini torneranno aperti. «Per noi Carinzia o Slovenia – spiega – sono territori di prossimità. Stiamo dialogando molto con queste due realtà confinanti, per adesso su questioni sanitarie, ma non è escluso che lo si possa fare anche tra un mese o due per consentire l’arrivo di vacanzieri. Chiaramente i protocolli, per accedere alla spiaggia, dovranno essere allineati con quelli italiani. Forse sarà attiva anche la App che consente di tracciare gli spostamenti dei turisti, vediamo come e cosa si potrà fare. Ma per quanto riguarda la nostra regione, credo sia meno complicato ospitare un carinziano o uno sloveno piuttosto che una famiglia piemontese o lombarda».

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La spiaggia di Lignano

Notizie più confortanti, invece, per le montagna, dove in tante zone il turismo slow è già realtà. «In montagna c’è una libertà di movimento maggiore – conferma Gomiero – gli spazi sono più ampi. Tra camminate, bicicletta e attività varie il distanziamento è quasi fisiologico, quindi garantito. Certo non mancheranno le procedure sanitarie e una certa gestione dei flussi, ma è un aspetto che si potrà gestire, in collaborazione con gli operatori e i Consorzi».

Bini: "Dal Governo mancano certezze sugli interventi per il turismo"


Intanto ieri l’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, ha partecipato da Udine all’incontro delle Regioni in videoconferenza con il Ministro ai Beni culturali con delega al Turismo, Dario Franceschini sui temi dell’emergenza generata dal coronavirus. Al termine della riunione l’esponente dell’esecutivo Fedriga ha manifestato un po’ di delusione, motivata dal fatto che dall’intervento del Ministro «non sono ancora emerse certezze sull’entità delle somme eventualmente a disposizione, e ancor meno sui tempi delle loro erogazioni. Tutto questo mentre anche in Friuli Venezia Giulia il turismo, specialmente quello balneare, è al palo e gli operatori vivono ancora in una situazione di totale e reale incertezza su come e quando la stagione estiva potrà iniziare, per cercare ristoro ai danni patiti in quella primaverile che è già stata compromessa.

Il Friuli Venezia Giulia sta facendo la sua parte e muove i primi passi verso l’uscita da un tunnel che auspichiamo di raggiungere al più presto, pur con tutte le cautele e le garanzie per la salute di tutti. L’aver consentito tramite l’ordinanza di ieri l’accesso alle spiagge affinché vengano eseguiti i lavori di sistemazione propedeutici alla riapertura dei nostri lidi ai bagnanti è un chiaro segnale di come la Regione stia lavorando per procedere verso la ripresa. Questo segnale è stato apprezzato dagli operatori. Ora serve che lo Stato definisca un protocollo nazionale al quale debbano attenersi gli operatori per arrivare alla riapertura delle loro attività e che venga definito e approvato dal Comitato tecnico-scientifico, organo quest’ultimo a cui è affidata la salute di tutti i cittadini a fronte della pandemia».

L’assessore Bini, ha comunque definito interessanti e condivisibili alcune delle ipotesi avanzate dalla Commissione turismo della Conferenza delle Regioni, e che, tra l’altro, lo stesso assessore aveva anticipato in precedenza: dalla creazione di uno specifico fondo a sostegno delle categorie più colpite, alla necessità indifferibile che il settore possa disporre di finanziamenti in conto capitale e non a debito.

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