Come funziona il tracciamento dei contatti: «Lavoriamo senza sosta ma con questi numeri non basta. Rispettate le regole»

Nel dipartimento di Prevenzione si lavora per mappare chi è entrato in contatto con i positivi. Il direttore Brianti: servono altre limitazioni e senso di responsabilità da parte di tutti

UDINE. «Con questi numeri il tracciamento dei contatti non basta più, possiamo potenziare il servizio ma per contenere il contagio servono altre limitazioni e senso di responsabilità da parte di tutti». Nel dipartimento di prevenzione di Udine, il direttore Giorgio Brianti, analizza i dati mentre i suoi collaboratori contattano decine di persone al giorno infettate dal Sars-Cov2, il virus arrivato dalla Cina. La dottoressa Valentina Brussi, compila l’ennesima scheda di un contagiato.

Coronavirus, ecco come funziona il tracciamento dei contatti positivi: "Numeri molto alti"

Ogni giorno, assieme a una decina di colleghi, contatta e intervista le persone risultate positive dal tampone: i tracciatori si muovono dopo aver avuto la certezza del contagio. Dall’inizio della pandemia hanno effettuato oltre 21.829 valutazioni.



Negli uffici e negli ambulatori dell’ex istituto Kennedy i telefoni non smettono di squillare e ogni computer amplifica il suono che annuncia l’arrivo delle e-mail. Un numero sempre maggiore di persone chiede aiuto: molte si portano addosso il Covid-19, altre temono di aver contratto il coronavirus durante una cena in famiglia o una conversazione con gli amici. Sono queste le dinamiche più frequenti che la dottoressa Brussi, ripercorre all’inverso intercettando, mediamente, 20 contatti per ogni positivo.

Sulla sua scrivania continua a salire la pila dei fascicoli delle scuole già colpite dal virus, dei migranti che arrivano da oltre confine portandosi dietro la patologia, dei senza fissa dimora accolti all’asilo notturno, dei vacanzieri e degli invitati ai matrimoni che, prima delle recenti limitazioni erano centinaia. «Devo contattarli tutti – spiega la dottoressa – la ricostruzione di ogni passaggio richiede diverse ore di interviste». Qui si lavora senza sosta dalle 8 alle 20. Il personale non basta a rispondere a tutte le richieste e tra qualche giorno i tracciatori del Friuli Venezia Giulia saranno supportati da medici e infermieri militari. I sindaci sono pronti a mettere a disposizione anche i dipendenti comunali, ma la proposta richiedere accurati approfondimenti per garantire il trattamento dei dati sensibili.



Il tracciamento
«Il tracciamento prende il via dal tampone positivo e coinvolge i contatti avuti dall’asintomatico nelle 48 antecedenti all’esito del test o nelle 48 ore precedenti la comparsa dei sintomi. I contatti stretti vengono messi in quarantena e devono fare il tampone per uscire, se invece il positivo ha incontrato persone indossando la mascherina queste ultime, in assenza di sintomi, non devono fare la quarantena». Brussi lo chiarisce facendo notare che durante il lockdown era tutto più semplice, con le persone confinate in casa il numero dei contatti era di gran lunga inferiore. Tant’è che in questo momento scorrendo gli elenchi, i tracciatori si imbattono in tante persone sintomatiche che fanno il tampone e risultano positive.

«Indagando – spiega sempre Brussi – ti dicono che hanno avuto mal di testa e febbre qualche giorno prima, la stragrande maggioranza si sta contagiando in famiglia». I tracciatori dovrebbero contattare ogni giorno un esercito di persone, il condizionale è d’obbligo perché, di fronte alla crescita esponenziale dei contagiati, non ce la fanno più. «Una volta fatto il tampone – conferma la dottoressa – li invitiamo a contattarci se hanno problemi e gli diamo appuntamento per la fine della quarantena». Molte di queste persone hanno partecipato a feste o a raduni di piazza e, affascinate dal momento, spesso dimenticano la pandemia. Peccato che, prima delle restrizioni, gli elenchi degli invitati fossero composti da centinaia di nomi che i tracciatori stanno ancora scorrendo.

Le dimissioni in ospedale
Bussano alla porta: «Dottoressa abbiamo 15 dimissioni». La dottoressa annuisce, «vede – afferma – ci occupiamo anche dei pazienti ancora positivi che lasciano l’ospedale». In questi casi tocca al personale del dipartimento di prevenzione fare le valutazioni ambientali per stabilire se a domicilio può essere garantito l’isolamento. Se la casa risulta inadeguata inizia la ricerca di un posto nelle Rsa Covid o nella struttura dedicata, allestita all’interno dell’aerobase militare di Pasian di Prato. Tutto questo avviene attraverso un giro di telefonate, di e-mail, di sopralluoghi e di schede da compilare. I tracciatori stanno ancora verificando i possibili casi di contagio avvenuti prima dell’entrata in vigore dell’ultimo Dpcm.

Tra i plichi ogni giorni più alti c’è anche quello dei migranti. La dottoressa lo sfoglia, osserva i numeri dei rintracci e spiega che per ogni nominativo va creata l’anagrafica che consente di stampare l’etichetta da affidare al personale della Croce rossa che effettua materialmente il tampone. I campioni vengono consegnati in Dipartimento dove, poche ore dopo, saranno processati. I negativi vengono trasferiti nelle strutture dedicate alla quarantena, i positivi invece vanno in un centro gestito dalla Caritas a Sottoselva di Palmanova. «Bisogna contattare le persone, attivare le ambulanze e tutto sempre in giornata» fa notare Brussi nel ricordare che lo stesso percorso va attivato per i minori non accompagnati e per le persone senza fissa dimora. Non è facile avvicinare i senzatetto, ma bisogna farlo perché anche loro non sono indenni al virus.

Il mondo dei tracciatori
Nel mondo dei tracciatori non esistono tempi morti. C’è sempre una scheda da compilare, un database da aggiornare, una persona da chiamare. Se manca una tessera salta il sistema. Un tampone, a esempio, si fa in non più di 45 secondi, ma è tutto il lavoro pre e post risultato a impegnare il personale del dipartimento di prevenzione. «Prima dobbiamo preparare le etichette che significa – spiega Brianti – interrogare il sistema informatico, stamparle e applicarle sulle provette. Una volta processati i campioni, il laboratorio ci restituisce le etichette con i risultati del test». Da quel momento inizia la girandola di telefonate ad amici e parenti dei positivi. Le Aziende sanitarie stanno testando l’invio degli sms ai pazienti negativi, ma anche in questo caso, trattandosi di dati sensibili, i tracciatori devono raccogliere il consenso e aggiornare l’anagrafe sanitaria. Può capitare che il numero non sia più attivo. Una volta aggiornato il sistema non si faranno più decine di telefonate al giorno. —


 

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