Comitato Stamina, Baccarani nuovo presidente

ROMA. Toccherà a un nuovo gruppo di sette esperti, tre italiani e quattro stranieri, stabilire se c’è fondamento scientifico nel metodo Stamina.
Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin ha firmato il decreto di nomina del Comitato scientifico per la sperimentazione. E a capo c’è ancora un “udinese”.
Il presidente è infatti Michele Baccarani, dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna, ma in precedenza fondatore del Dipartimento per il trapianto di midollo osseo del Policlinico universitario friulano e già direttore della Clinica ematologica a Udine fino al 2000.
Esattamente tre mesi fa, il 4 dicembre, il Tar del Lazio aveva sospeso il parere del comitato scientifico contrario alla sperimentazione, accogliendo un ricorso di Davide Vannoni.
Il ministero annunciò subito la nomina, a breve, di un nuovo comitato scientifico per la valutazione del metodo Stamina.
L’operazione di scelta degli esperti si è dimostrata tuttavia tutt’altro che facile: era il 28 dicembre quando il ministero annunciò di avere individuato il nuovo gruppo, che avrebbe dovuto essere guidato da Mauro Ferrari, udinese, presidente e Ceo dello Houston Methodist Research Institute, vice presidente esecutivo dello Houston Methodist Hospital, professore al Weill Cornell Medical College di New York e presidente della Alliance for NanoHealth.
Un curriculum di prestigio, accolto con favore anche dallo stesso Vannoni. Ma le dichiarazioni dello scienziato durante la trasmissione televisiva «Le Iene» ne hanno impedito la nomina, tanto da costringere Lorenzin a individuare una nuova squadra e un nuovo “comandante”.
Il ministro ha inviato in queste ore un ringraziamento a tutti gli esperti contattati in questi mesi, compreso lo stesso Ferrari che Lorenzin avrebbe voluto confermare se la sua eventuale nomina non fosse stata compromessa dalle sue stesse dichiarazioni.
«Posso dire solo che quando ho saputo della nomina ho saputo anche che lavorerò assieme a gente di peso professionale assoluto. Sono sollevato, sarà una decisione collegiale», ha detto Baccarani, 72 anni, bolognese, docente in pensione dall’1 novembre 2012 dopo avere lavorato e insegnato a Trieste e a Udine, dove ha fondato l’Ematologia, per poi tornare a Bologna nel 2000, quale direttore dell’Istituto Seragnoli, l’ematologia del policlinico Sant’Orsola-Malpighi, uno dei centri di eccellenza europei.
E anche gli altri due italiani del nuovo comitato sono ematologi: Mario Boccadoro, del Dipartimento di Scienze Mediche, Università degli Studi di Torino e Giuseppe Leone, dell’Università Cattolica Facoltà di Medicina e chirurgia.
Fra i quattro componenti stranieri compare il nome di Ana Cumano, dell’ Institut Pasteur Lymphopoiesis Unit di Parigi; Curt R. Freed, della divisione di clinica farmacologica e tossicologia dell’ Università del Colorado; Moustapha Kassem, dell’ Odense Universitets hospital, Laboratory for Molecular Endocrinology, di Odense in Danimarca e Sally Temple, del Neural Stem Cell Institute, Rensselaer N.Y., in Usa.
Particolarmente consapevoli della delicatezza della situazione sono gli italiani: «sono contento di questa nomina, certamente impegnativa», ha detto Mario Boccadoro, primario di Ematologia alle Molinette di Torino.
«Ci vorrà molto lavoro - aggiunge - ed equilibrio, visto il clamore suscitato dalla vicenda».
Positivo il giudizio sul nuovo comitato Stamina da parte di Paolo Bianco, direttore del laboratorio cellule staminali dell’Università La Sapienza di Roma e fra i massimi esperti internazionali di cellule staminali mesenchimali.
«I membri del nuovo comitato sono studiosi seri - rileva Bianco - ma resta il fatto che questo nuovo comitato scientifico chiamato a valutare Stamina non dovrebbe esserci».
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