Commercio, il caro affitti mette in crisi i negozianti

Risulta la principale causa di chiusura assieme ai costi di gestione. Nuovo Corso: «Rilancio diversificando l’offerta e amando di più la propria città»

SPILIMBERGO. Dodici chiusure a fronte di otto aperture. Registra un netto segno meno, il bilancio del commercio spilimberghese nei primi tre mesi dell’anno.

Un dato per nulla incoraggiante, a fronte del fatto che i costi di gestione per chi decide di avviare un’attività nella città del mosaico sono tutt’altro che a buon mercato. Nonostante le iniziative proposte dall’amministrazione comunale in sinergia con le associazioni locali e gli addetti ai lavori siano frequenti e richiamino a Spilimbergo centinaia di visitatori, le giornate buone per fare cassa risultano inoltre sempre meno numerose.

Sommato questo a quello, c’è ben poco da stare allegri anche sul fronte del terziario, a iniziare dai dati in termini di aperture e chiusure di attività registrate tra gennaio e marzo 2015. I numeri sul commercio a posto fisso forniti dall’ufficio commercio del Comune indicano 9 chiusure e 6 aperture. Per quel che riguarda gli esercizi pubblici, se tre sono le cessazioni, due sono le aperture.

Fra le chiusure non mancano quelle eccellenti, a cominciare dalla rinomata pasticceria Nova, che ad oggi non ha trovato ancora un acquirente, con l’amara conseguenza che rischia l’estinzione anche il rinomato Dolce di Spilimbergo, inventato dal maestro pasticcere Luigi Zambon.

Fra le attività che da inizio anno hanno abbassato le serrande, anche il caffè La Macia, altro pezzo di storia del commercio cittadino. La crisi che vede le famiglie ridurre sempre più le spese e i costi degli affitti dei locali non proprio alla portata di tutti sono due fattori che certamente non aiutano.

«Per aiutare la ripresa ci vuole anche altro – è la considerazione di Alberto Commessatti, vicepresidente di Nuovo Corso, sodalizio che riunisce alcuni dei commercianti del centro storico –. Come , per esempio, il saper “vendersi bene” e proporre qualcosa di nuovo, differenziando l’offerta».

«Per riportare i clienti a spendere a Spilimbergo – aggiunge Commessatti – bisogna invogliarli a venirci. Di manifestazioni, in città se ne fanno molte, ma altrettante sono le occasioni in cui gli stessi spilimberghesi non soltanto non rispondono adeguatamente, partecipandovi, ma quel che è ancora peggio – sottolinea amareggiato –, il più delle volte sollevano critiche sui social network del tutto gratuite, che purtroppo non invogliano chi le legge a venire a farci visita, e tanto meno a fare acquisti. Un peccato – conclude –, considerando che viviamo in una città splendida, che può contare su negozi di qualità e su professionisti capaci».

Il concetto è chiaro: se gli spilimberghesi per primi volessero più bene a Spilimbergo, ne guadagnerebbero tutti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto