Complicazioni legate al virus, muore l'archittetto Gregotti. A Udine "inventò" il Terminal nord

UDINE. L’architetto di fama internazionale Vittorio Gregotti è morto a 92 anni, per complicazioni legate al coronavirus, dopo essere stato ricoverato nei giorni scorsi alla clinica San Giuseppe di Milano.
Il padre dell’architettura italiana era molto legato al Friuli e in particolare alla città di Udine. Era sua, infatti, la firma sul progetto di riqualificazione dell’ex area delle acciaierie Bertoli, tra viale Tricesimo e via Molin Nuovo, che aveva previsto la realizzazione del parco commerciale Terminal Nord con annessa area residenziale e destinata a uffici e servizi.
La sua idea, dapprima appena “sognata” nel 1996 (anno in cui aveva visitato per la prima volta il sito dell'ex Bertoli) poi diventata un bozzetto su carta nel 2002, a partire dal 2008 si è iniziata a trasformare in realtà con l’inaugurazione del centro commerciale il 5 marzo.
Un centro «organizzato secondo una forte figura complessiva a quarto di cerchio rivolto verso viale Tricesimo – aveva spiegato al tempo Gregotti a capo della Gregotti Associati International, fondata a Milano nel 1974, -, per contenere entro una struttura unica le diverse necessità.
Tra il parco commerciale e la strada un grande parcheggio è sviluppato secondo un principio concentrico e funge da filtro tra la strada e gli edifici». Nel 2012 è stata avviata la seconda fase del progetto con la posa della prima pietra dei lavori del complesso residenziale: settecento abitazioni, tutte classificate in classe energetica “A”, distribuite in 5 torri immerse in una zona verde di circa 20 mila metri quadrati.
Uno spazio che l’archistar aveva definito come “un grande parco, luogo di attrazione non solo per gli abitanti delle torri di lusso che sorgeranno a Udine nord, ma in grado di costituire un polo attrattivo e generare una nuova forma di centralità».
Affezionato alla città perché amico dell'architetto udinese Gino Valle, per il maestro Udine rappresentava uno stimolo sia professionale sia affettivo. «Un'antenata di mia moglie portava proprio il nome di palazzo Kechler - aveva raccontato durante un incontro in sala Ajace con l’ex sindaco di Udine Furio Honsell in cui aveva raccontato il progetto -. E poi Udine per me rappresenta molto anche dal punto di vista dell'architettura e della creatività.
A questa città appartengono il fior fiore dei nomi dell'architettura di un tempo e anche di quella moderna: da Domenico Rossi a D'Aronco fino al mio amico, il compianto Gino Valle». Per il Terminal Nord, Gregotti che firmato progetti importanti in tutto il mondo, dall'Italia a Mosca a Shanghai, aveva ricevuto nel 2010 al Polo Universitario di Gorizia una menzione speciale dalla giuria internazionale del premio Marcello D'Olivo, collegato alla Rassegna biennale di architettura del Friuli Venezia Giulia.
Se ne va, dunque, un maestro dell'architettura internazionale che, tra le varie opere, ha progettato gli stadi di Barcellona e Genova, il teatro degli Arcimboldi a Milano, il Centro Cultural de Belem a Lisbona, l’ampliamento del museo d’arte moderna e contemporanea dell’Accademia Carrara a Bergamo, il teatro lirico di Aix-en-Provence, il nuovo edificio universitario alla Bicocca, a Milano, e la facoltà di Medicina della Federico II a Napoli.
La Triennale di Milano gli ha conferito la medaglia d’oro alla carriera nel 2012. Il suo ultimo lavoro è la ristrutturazione da ex fabbrica a teatro del Teatro Fonderia Leopolda a Follonica (Grosseto).
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto