Compra al mercatino un libretto del ’38 che “vale” un milione

Poi aderisce a una class action per recuperare la somma. Il titolo al portatore aveva un importo iniziale di 4 mila lire.

UDINE. La passione per le cose antiche potrebbe portare nelle tasche di un sessantenne friulano un vero e proprio tesoro: oltre un milione di euro. Come? Grazie a due libretti al portatore che l’uomo ha acquistato solo qualche mese fa al mercato dell’antiquariato di Cividale. O almeno questo è quanto uno studio legale romano ha promesso all’interessato, consigliandogli di aderire a una sorta di class action contro la Banca d’Italia e il Ministero delle Finanze. L’udienza sarà celebrata il prossimo 21 dicembre davanti al Tribunale civile della capitale.

«All’inizio - spiega il pensionato friulano - ero scettico. Pensavo che il fatto di non essere l’intestatario dei libretti (ne ho due, uno del ’30 con un importo di 2.272 lire e uno del ’38 con un importo di 4mila lire, entrambi della Cassa di Risparmio di Gorizia) rappresentasse un problema. Successivamente, ho deciso di provare e ho consegnato tutto il materiale a questi avvocati. Ora non posso far altro che sperare di ottenere qualche risultato positivo».

«Il titolo in questione - ha sottolineato l’avvocato Marco Angelozzi - tra interessi legali, rivalutazione monetaria e capitalizzazione, per diversi decenni di giacenza in banca, vale oggi oltre 1 milione di euro.

Insomma, ritrovamenti che fino a poco tempo fa avrebbero rappresentato solo una curiosità da raccontare agli amici, oggi si trasformano improvvisamente nella speranza di mettere le mani su una fortuna. Merito o colpa delle notizie uscite di recente sulla rivalutazione dei libretti bancari e postali “dormienti”, cioè dimenticati e ritrovati oppure ereditati non più tardi di dieci anni fa.

Ma c’è anche chi ha preferito non alimentare troppe speranze. «Dopo aver ricevuto diverse richieste di informazioni spiega Wanni Ferrari, presidente della Federconsumatori di Udine - ci siamo rivolti all’Arbitro bancario finanziario (un organismo indipendente al quale clienti e banche possono rivolgersi in caso di controversie, si tratta di un'alternativa più semplice ed economica rispetto al ricorso al giudice, ndr) e abbiamo ottenuto un parere negativo. In sintesi - precisa Ferrari -, poichè qualsiasi contratto su cui si basa un libretto si prescrive se per 10 anni non ci sono movimenti o atti volontari dell’interessato, le possibilità di ottenere un giudizio favorevole sono state ritenute scarse. E a tale conclusione è giunta anche la Consulta legale di Federconsumatori. Ecco perchè, in un’ottica prudenziale - ha concluso il rappresentante di Federconsumatori -, abbiamo preferito non intraprendere azioni legali che avrebbero potuto trasformarsi in un danno per i risparmiatori che sarebbero stati costretti a sborsare qualcosa per l’istruzione della pratica. E ciò senza avere ragionevoli possibilità di essere risarciti».

Non la pensa così, evidentemente, il pool di avvocati romani che si è specializzato nel recupero dei libretti bancari antichi. Questi legali hanno aperto su Facebook un profilo dedicato e si impegnano a fornire informazioni anche via mail.

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