Comuni, cantieri sbloccati

Una sentenza della Cassazione consentirà a Regioni e Province autonome di sbloccare i cantieri. Anci soddisfatta

UDINE. Sforare il patto di stabilità non sarà più equivalente al dover pagare salate sanzioni allo Stato.

Non, almeno, per Regioni e Province autonome. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale con una sentenza sull’inapplicabilità delle sanzioni legate allo sforamento del patto e che promette di rivoluzionare lo scenario della finanza pubblica nelle Speciali. Come? Liberando le mani alle Autonomie che, forti del pronunciamento, potranno spendere risorse disponibili sì, ma finora ingessate dal patto di stabilità.

Comuni soddisfatti

L’Anci esulta, riconoscendo nella sentenza il via libera a maggiori possibilità di spesa per i Comuni della regione, pronti a mettere sul piatto 80/90 milioni per saldare i crediti che le imprese vantano segnatamente a lavori già eseguiti e ben 100 milioni per nuove opere. Progettate, finanziate e pronte a partire. Si parla – stando ai conti dell’Anci – di 180 milioni complessivi, che il leader dell’associazione, Mario Pezzetta, chiede ora al governo regionale di liberare subito in virtù del pronunciamento della Consulta.

La sentenza

La norma impugnata dalla Regione autonoma Trentino Alto Adige e dalle Province autonome di Trento e Bolzano tra le altre è la 149/2011 che disciplina i meccanismi sanzionatori e premiali relativi a Regioni, Province e Comuni. Nel mirino finiscono in particolare gli articoli 13 e 7. Pur riconoscendo che i principi di coordinamento della finanza pubblica sono attuabili nei confronti delle Regioni autonome solo in ossequio a criteri e modalità stabiliti dagli Statuti, l’articolo 13 nella sua seconda parte (illegittima per la Corte) impone una diretta applicabilità del dl ai soggetti ad autonomia speciale. «Tale previsione - si legge nella sentenza –, ancorché dagli effetti transitori, eccede i limiti fissati dalla legge di delegazione».

Nella sua seconda metà la norma è dunque costituzionalmente illegittima, come lo è, nella sua interezza, l’articolo 7: prevede che le Regioni e Province autonome «inadempienti» riguardo al rispetto del patto di stabilità interno «versino all’entrata del bilancio statale», entro 60 giorni dal termine stabilito, «l’importo corrispondente alla differenza tra il risultato registrato e l’obiettivo programmatico predeterminato». Obbligo illegittimo per la Consulta secondo la quale «il legislatore ha ecceduto dai limiti impostigli dalla delega» da qui l’accettazione del ricorso, basata «sulla lesione di un parametro costituzionale comune» ed efficace «nei riguardi di tutte le Regioni a statuto speciale oltre che nei riguardi delle Province autonome».

Fvg compreso

Una svolta determinante. «La sentenza – dice Pezzetta – afferma che se sforiamo il patto non siamo sanzionabili, chiedo quindi che la Regione si attivi per notificare allo stato che il Fvg utilizzerà i finanziamenti giacenti a oggi nelle casse degli enti locali venendo finalmente fuori dal “cul de sac” che ci vede avere i soldi, ma non ci consente di spenderli». Alla giunta Serracchiani, Pezzetta chiede di «liberare subito tutti i finanziamenti per investimenti dati ai Comuni e di valutare assieme, pro futuro, nuove modalità di assegnazione dei contributi, per esempio in base agli stati di avanzamento delle opere».

Autonomia più forte

«È una pronuncia in controtendenza – riconosce Pezzetta –, importante perché riafferma la Specialità regionale anche in relazione a norme di coordinamento della finanza nazionale. In materia di patto di stabilità – dice ancora il numero uno di Anci Fvg – i poteri conferiti alla Regione dallo statuto di autonomia consentono di riconsiderare completamente la questione». A lato pratico, la Regione potrebbe chiedere al governo di rinegoziare i vincoli del patto così da consentire l’effettiva liberazione delle risorse.

Comuni in attesa

Il pronunciamento rimescola insomma le carte in tavola a pochi giorni dal grido d’allarme dei sindaci. Riuniti a Gemona sotto l’egida dell’Anci, i primi cittadini avevano chiesto alla Regione nuovi spazi finanziari per saldare i propri debiti nei confronti delle imprese. Spazi non concedibili, stando all’assessore alle finanze, per via della necessità che lo stesso ente regionale ha di sottostare ai vincoli del patto.

Così, almeno, fino alla pronuncia della Corte, che venerdì scorso, giorno del deposito della sentenza, ha aperto uno spazio di manovra inatteso. Se per le imprese il ddl “anticrisi” da 180 milioni di euro approvato nel week-end dalla giunta regionale, consentirà di chiedere anticipazioni alle banche convenzionate dei crediti verso la pubblica amministrazione, quest’ultima, in virtù della non sanzionabilità delle Regioni speciali, quei crediti dovrebbe poterli pagare. Si spera già quest’anno.

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