Comunità montane cancellate, è scontro

UDINE. Procede lo smantellamento delle Comunità montane. La Regione ieri ha incassato dai sindaci di Carnia e Friuli Occidentale i primi due via libera ai piani di subentro delle Uti e Comuni extra Unioni alle vecchie Comunità montane a partire dal prossimo 1º agosto.
Un passo in avanti necessario nell’ambito dell’iter di attuazione della legge 26 che al pari dell’intero processo riformatore non poteva non essere sofferto. Contestato ancora una volta dal plotone dei sindaci ricorrenti, in particolare dai primi cittadini carnici di Ampezzo, Cercivento, Forni di Sotto e Zuglio che all’appuntamento in Regione, ieri mattina, si sono presentati assistiti dagli avvocati Enrico Bulfone e Teresa Billiani. L’assessore alle Autonomie Locali Paolo Panontin non ha gradito e i legali, in veste qui di consulenti delle amministrazioni locali, sono rimasti fuori assieme ai sindaci, che a loro volta hanno girato sui tacchi. Pronti a dar battaglia.
«O troviamo un punto d’incontro e anche le nostre ragioni verranno ascoltate oppure un nuovo approdo nelle aule di tribunale sarà difficilmente evitabile» ha tuonato Marco Lenna, primo cittadino di Forni di Sotto, che dinnanzi al “niet” dell’assessore è andato su tutte le furie: «Lui può vantare uno stuolo di tecnici al suo fianco, noi nemmeno un consulente. È inaccettabile». Anche in assenza dei ricorrenti le prime due intese come detto sono state raggiunte avvallando i piani di successione e subentro alle Comunità montane della Carnia e del Friuli Occidentale da parte delle corrispondenti Uti e dei Comuni che alle Unioni non partecipano.
Ai subentranti, l’amministrazione regionale ha dato una settimana di tempo per esaminare le proposte di piano e presentare osservazioni e proposte. «Gli uffici – ha commentato Panontin – ne hanno tenuto conto e osservo con soddisfazione che le relative intese rispecchiano un buon bilanciamento degli interessi pubblici in gioco». L’assessore ha quindi motivato l’esclusione degli avvocati dall’incontro. «Una scelta dettata dalla necessità di garantire un sereno, equo e costruttivo confronto. Spiace constatare come alcuni amministratori locali abbiano preferito non cogliere l'occasione per esprimere le proprie ragioni nel contesto dell’intesa». Dalla parte dei sindaci si è invece schierato il capogruppo di Ar, Renzo Tondo, secondo cui quella di Panontin «è stata una scelta sciocca, inutile, dannosa. In quest’occasione l’assessore ha dimostrato un’arroganza che stupisce rispetto all’apertura al dialogo che lo ha contraddistinto nei mesi scorsi». Sull’episodio la leghista Barbara Zilli ha già depositato un’interrogazione, convinta che i sindaci abbiano «tutto il diritto di farsi assistere da un consulente».
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