Con gli scampanotadôrs risuona la torre dei record

A Mortegliano dopo sette anni le campane in festa per il patrono San Paolo La scalata dei “Furlans Gino Ermacora” di Zuglio: «Giornata indimenticabile»
Di Paola Beltrame

MORTEGLIANO. Per uno “scampanotadôr”, suonare sul campanile di Mortegliano è un sogno. Ed esso si è realizzato alla recente festa patronale di San Paolo, quando dal campanile più alto d’Italia (113,20 metri) si è sentito “scampanottare”. Non accadeva da sette anni. L’ultima volta nel 2009, per il cinquantenario della costruzione.

«Da mesi – spiega Massimo Tonizzo, fra l’altro assessore a Rivignano – tramite Katia Ferro si pensava di chiedere all’arciprete monsignor Giuseppe Faidutti che ci permettesse di suonare a Mortegliano. Così, alla vigilia del perdon abbiamo fatto un sopralluogo e il giorno della festa abbiamo scampanottato sia per la messa grande che nel pomeriggio».

A salire “sul tetto del Friuli” un nutrito gruppo dell’associazione “Scampanotadôrs Furlans Gino Ermacora” che ha la sede e un castello di campane per i corsi a Zuglio, pieve di San Pietro. «Giornata indimenticabile – si legge sulla pagina Facebook dell’associazione –: dopo anni siamo saliti sul campanile più alto d’Italia!». È pure su YouTube la «scampanottata meravigliosa» come la definiscono Gianmarco Pitton, Daniele Zatti, Nicola Salvador, David GB del Riccio, Matteo Di Bert, Matteo Paiani, Lorenzo Miotto, Renato Miotti (presidente degli Scampanotadôrs), Renato Pitton, Gianni Rivilli, Enea Zatti. Vengono da diversi paesi (questi da Rivignano, Lestizza, Coderno, Feletto, Tavagnacco, Cassacco) e a tutto il Friuli l’associazione si propone, per tenere viva una tradizione che, dovunque si fosse un campanile, era assicurata da un’arte trasmessa da una generazione all’altra.

«Il campanile di Mortegliano – spiega Tonizzo – è fra tutti speciale: avendo quattro campane, permette un concerto maggiore e uno minore. Suona in automatico la grande, mentre sulle altre tre operiamo manualmente. Riusciamo a produrre non solo la scampanottata tradizionale friulana, ma anche delle canzoni. Con la ristrutturazione più recente – conclude –, le campane che precedentemente erano appoggiate sul pavimento in calcestruzzo della cella, sono state alzate di cinque metri, così il suono si diffonde meglio e più lontano. Lassù, a 81 metri di altezza, la struttura non si muove più di tanto, perché le campane non sono in fila ma disposte ai vertici di un quadrato, per cui le vibrazioni si abbattono reciprocamente».

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