Con il reddito di cittadinanza snobbati i cantieri lavoro

L’assessore regionale Rosolen: la misura produrrà un aumento delle persone inattive. «A parità di soldi si preferisce stare a casa piuttosto che avere un mestiere»
People attend to request for citizenship wage in a CGIL CAF (Centro Assistenza Fiscale - Fiscal Assistance Center) in Naples, Italy,06 March 2019. The government's 'citizenship wage' basic income kicked off on Wednesday when the official website started taking applications for the new benefit.Primo giorno per richiedere il reddito di cittadinanza nel Caf della CGIL a Napoli 6 marzo 2019..ANSA / CIRO FUSCO
People attend to request for citizenship wage in a CGIL CAF (Centro Assistenza Fiscale - Fiscal Assistance Center) in Naples, Italy,06 March 2019. The government's 'citizenship wage' basic income kicked off on Wednesday when the official website started taking applications for the new benefit.Primo giorno per richiedere il reddito di cittadinanza nel Caf della CGIL a Napoli 6 marzo 2019..ANSA / CIRO FUSCO

UDINE. Non solo non incentiva il lavoro. Il reddito di cittadinanza «svilisce quelli che sono i valori che lo caratterizzano». Parola del componente della giunta Fedriga Alessia Rosolen.

Perché la misura bandiera del M5s invece che spronare i beneficiari a trovare un’occupazione li spinge a stare alla larga da possibili offerte o opportunità.

«Ce ne stiamo rendendo conto dai bandi aperti per i cantieri lavoro per i quali non si presenta nessuno, lo vedremo anche nei lavori di pubblica utilità» spiega l’assessore regionale a Lavoro e formazione. In Fvg le richieste sono quasi 7.500.

«Sono convinta – prosegue Rosolen – che non si possono gestire con le stesse modalità persone che hanno bisogno di un intervento di tipo sociale e chi, invece, cerca lavoro che rappresenta un dato oggettivo. Questi due aspetti vanno seguiti con approcci diversi. Bisogna poi analizzare con grande attenzione gli effetti che avrà il reddito».

Che per l’assessore si concretizzeranno «in un aumento delle persone inattive, perché lo si vede già adesso: chi ha i requisiti per richiedere tale misura per lo stesso importo invece che svolgere un’occupazione preferisce stare a casa.

E questo lo si evince pure dalla mancanza di disponibilità a svolgere quei mestieri che nel momento della crisi erano stati pensati per aiutare chi era senza reddito così come anche dalla carenza di stagionali. La cosa negativa è proprio la caduta del valore del lavoro con la sua etica e la sua dignità».

Un sussidio calato dall’alto, il reddito di cittadinanza, con cui ci si deve però confrontare a livello regionale. «Il reddito è una misura nazionale – prosegue l’assessore – gestita dal Governo attraverso l’Anpal Servizi di cui dovremmo analizzare a fondo, e nel dettaglio, gli effetti per comprendere quali fasce resteranno escluse, anche rispetto alle misure previste dalla Regione».

L’incertezza che caratterizza ancora tanti aspetti del reddito «causerà inevitabilmente alla Regione dei problemi di programmazione e nell’allocazione delle risorse da destinare a coloro che appunto non beneficeranno di alcun tipo di sussidio intervenendo con azioni mirate.

Si tratta di effetti che non possiamo trascurare in un territorio come il nostro che ha obiettivamente e storicamente più difficoltà economiche di tutto il Nordest».

Rosolen tre settimane fa aveva definito illogico e sbagliato chiedere a lavoratori precari senza una prospettiva di stabilizzazione dell’Anpal Servizi, in occasione dello sciopero indetto dai dipendenti, di formare i cosiddetti navigator annunciando che, come Regione, avrebbe chiesto chiarimenti per pretendere correttezza e rispetto nei loro confronti.

«Risposte che a oggi non ci sono ancora arrivate» commenta. «Il reddito è partito e viene gestito a livello nazionale prima dell’arrivo di persone formate – conclude – e questo rappresenta un problema anche per i centri per l’impiego, che non sanno come e dove inserirli, perché obiettivamente è mancato un lavoro di coordinamento.

Noi che siamo una regione virtuosa e di buona volontà ci stiamo già muovendo in autonomia, in base all’accordo stipulato tra governo e ogni regione la cui bozza, che indica l’iter da seguire, è al vaglio degli uffici.

Sono certa che i nostri centri per l’impiego sapranno affrontare nel migliore dei modi questa situazione anche se si stanno prendendo carico di mansioni di cui dovrebbe occuparsi il Governo». —




 

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