Con il telefonino e l’ombrello, in attesa di veder sfilare compagni, parenti e amici: ecco l’Adunata delle donne degli alpini
UDINE. La pioggia non le ferma. Restano in attesa, dietro alle transenne. «I nostri mariti sfileranno tra un paio di ore ma non ci muoviamo. Li aspettiamo qui. Perché per noi è un orgoglio. Sono 35 anni che li seguiamo».
Tecla Belotti, Angela Bonardi e Luigina Fenaroli, tutte e tre settantenni, arrivano da Predore, sul lago di Iseo «sponda bergamasca» precisano. Sono fiere di aspettare i loro mariti sfilare, fiere di accompagnarli alle adunate, di condividere con loro «una passione e un impegno e, soprattutto, dei valori importanti».
Accanto all’emozione di chi sfila c’è quella di chi attende. Mogli, compagne, sorelle, amiche. Sotto gli ombrelli, tengono pronto il cellulare per immortalare il passaggio della persona a loro cara. Come Maddalena Bevilacqua con l’amica Elena, entrambe 36 anni.
Stanno aspettando i loro compagni di vita, Francesco e Gabriele. «Sono componenti del coro Voci dal Fronte di Brugnera - spiegano -, il primo coro che canta con le divise storiche della Seconda guerra mondiale. È un modo diverso per raccontare la storia e farla conoscere ai più giovani. Crea comunità e comunione tra i coristi che arrivano da diverse parti d’Italia. Anche noi ne facciamo parte e indossiamo le divise delle crocerossine durante i vari eventi».
La sfilata prosegue. Ed è lo sguardo emozionato di una donna che indossa un cappello di alpino a colpirci. Sorride quando le chiediamo se può raccontarci che cosa significa per lei l’adunata. «Per me ha un valore molto importante – spiega Maria Paola Frattolin residente a Udine –. Lo indosso in memoria di mio padre Franco. Ero una bambina di cinque anni e lui mi ha insegnato a conoscere i vari monumenti dei caduti. Mi ripeteva sempre: “Per conoscere la storia degli alpini leggi le epigrafi”. Anno dopo anno, davanti agli alpini che sfilano, tra cui mio cugino Claudio della sezione di Udine, si acquisisce una maggiore consapevolezza di ciò che essi rappresentano e l’emozione diventa ancora più grande».
In piazza Primo Maggio ci sono Giovanna Del Giudice, 53 anni di Rocca di Mezzo, comune di poco più di 1.300 abitanti della provincia dell’Aquila. Sta aspettando che sfili suo fratello Francesco che fa parte delle penne nere del gruppo locale. «Ha prestato servizio militare a Pontebba – racconta – e in questi giorni di adunata ci è tornato dopo 37enne. Per lui è stata sicuramente una forte emozione».
Accanto a lei c’è l’amica Donatella Piccoli, 60enne, che aspetta di vedere alcuni conoscenti «e di immortalarli con il telefonino. Anche per noi è davvero una felicità poter essere presenti al loro fianco e condividere con loro questi momenti, che ogni volta sono indimenticabili».
La pioggia continua a cadere. Graziella Minetto attende invece il passaggio del marito Romano Jus, «con la scuola militare alpina di Aosta».
Non le ferma l’attesa, non le ferma il freddo. «Sì, è un peccato che il tempo sia brutto ma noi non abbiamo intenzione di rinunciare alla sfilata per un po’ di pioggia» dicono.
Ecco che incontriamo, vicino a piazza del Patriarcato, due amiche della Val di Susa, valle alpina nella parte occidentale del Piemonte, Gloria Martini, 71 anni, e Giuliana Frattini, 73. Entrambe aspettano i loro mariti.
Si sono conosciute durante una adunata e da allora il loro legame si fa anno dopo anno più intenso. «Io e mio marito Mario – racconta Gloria – viviamo a Montegrotto Terme in provincia di Padova. Abbiamo una casa a Grado dove trascorriamo le nostre estati e così abbiamo deciso di ospitare i nostri amici Giuliana e Franco per il raduno nazionale a Udine. Li abbiamo portati a vedere Cividale e poi andremo a Trieste. Ogni volta aspettare il loro passaggio è emozionante. Anche dietro le transenne si condividono questi momenti di attesa. Siamo molto orgogliose di loro».
Ecco poi Mariella che aspetta il fratello Giovanni e Anna che attende il marito Giovanni che fanno parte degli alpini del gruppo di Sagliano Micca in provincia di Biella. «Li seguiamo da tanti anni – affermano quando le incontriamo vicino alle transenne in piazza Primo Maggio –, e ogni volta è davvero come se fosse la prima. È molto bello condividere questa passione, che è per entrambe, è di famiglia. Non ci spaventa l’attesa, condividiamo con loro anche questo».
E poi c’è chi aspettava l’adunata a Udine da tempo come Gianna Delle Case che in città ci vive. Il marito Luciano al mattino ha sfilato con la scuola militare alpina di Aosta e poi con la sezione udinese. «Sono davvero felice di poterlo vedere sfilare qui. È una gioia condivisa».
Sotto gli impermeabili e gli ombrelli applaudono gli alpini che precedono l’arrivo di mariti, compagni, amici, fratelli. Fiere, con lo sguardo commosso. E poi al loro arrivo un cenno di saluto, il telefonino pronto per riprendere la sfilata. Per condividere un altro momento insieme. —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto