Con la tassa sull’idroelettrico dieci milioni alla montagna
TOLMEZZO. Una proposta di legge depositata in Regione dal consigliere Roberto Revelant (Ar) sull’idroelettrico introduce canoni integrativi e ambientali per i rinnovi delle grandi derivazioni d’acqua, tutela le cooperative storiche e costituisce un fondo speciale.
«Porteranno alla montagna – spiega – ulteriori 10 milioni di euro l’anno». L'obiettivo, evidenzia, è restituire al territorio e ai cittadini parte dei proventi derivanti dall’utilizzazione dell’acqua dei nostri fiumi. Revelant aveva già ottenuto che la giunta regionale aumentasse i canoni demaniali dovuti dai proprietari di grandi derivazioni dai 14,27 €W di qualche mese fa ai 20 €W sul 2017 e a 30 €W dal 2018, un raddoppio di entrate per la Regione.
«Un utilizzo corretto – afferma – responsabile e territoriale dell’idroelettrico può garantire un gettito extra di 10 milioni di euro. Con queste risorse la montagna potrebbe iniziare un percorso di ripresa«. Per Revelant la proposta di legge «colma un vuoto normativo, in attesa che lo Stato, incalzato dall’Europa, emani regolamenti per disciplinare i rinnovi delle grandi derivazioni».
La sua legge riguarda per lo più queste ultime. «Il settore delle concessioni idroelettriche – osserva – annaspa da 16 anni in un mare di incertezze normative a tutto vantaggio dei concessionari attuali. Oggi le grandi derivazioni, gestite da proprietà extraregionali, generano quasi il 70% della produzione idroelettrica del Fvg.
La mia proposta è introdurre un canone aggiuntivo e uno ambientale a carico dei concessionari delle grandi derivazioni del valore complessivo di 57 euro per kW di potenza, che a regime potrebbe portare, se lo Stato continua a essere inadempiente, circa 7,5 milioni di euro l'anno. Il secondo punto della norma consiste nel riconoscere le cooperative storiche (Secab ed Idroelettrica Fornese) garantendo continuità d’esercizio: in questo caso le concessioni possono essere rinnovate dalla Regione.
Infine – aggiunge – occorre creare un Fondo speciale per le misure destinate alla salvaguardia e alla valorizzazione del territorio montano: quello che recuperiamo dall’acqua, un’ulteriore somma non inferiore ai 10 milioni di euro, resterebbe in montagna per gli investimenti».
A gestire il fondo sarebbe la Regione, che destinerebbe tali risorse a investimenti nei Comuni montani interessati: niente contributi a pioggia ma interventi concreti. «La proposta di legge – conclude –è condivisa da tutto il Centrodestra».
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