Concordato preventivo per la Clocchiatti Spa

Si allontana l’ombra del fallimento per l’azienda che conta 77 dipendenti. Il legale Ponti: decisione illuminata, con valutazione rimessa ai creditori stessi.
ANTEPRIMA UDINE GENNAIO 2002 TRIBUNALE NUOVO TELEFOTO COPYRIGHT FOTO AGENCY ANTEPRIMA
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UDINE. I giudici del Tribunale fallimentare di Udine hanno ammesso al concordato preventivo la storica azienda edile fondata nel 1945 “Clocchiatti Tobia spa” di Povoletto. Il collegio (Alessandra Bottan Griselli presidente, a latere Gianfranco Pellizzoni e Mimma Grisalfi), riunitosi venerdì in camera di consiglio, ieri ha sciolto le riserve con un pronunciamento che l’avvocato Luca Ponti – legale dell’azienda assieme all’avvocato Francesca Spadetto – ha definito “illuminato”, in quanto dispone che vengano effettuate le opportune verifiche in ordine alla convenienza del concordato per i creditori, rimettendo la valutazione ai creditori medesimi. Si allontana dunque l’ombra del fallimento dalla storica impresa friulana, alle prese con una crisi economica che, a fine giugno, l’aveva costretta a portare i libri contabili in tribunale e a mandare in cassa integrazione straordinaria i 77 dipendenti.

La Clocchiatti spa aveva presentato ricorso a giugno chiedendo la dichiarazione di apertura della procedura di concordato preventivo e il 14 ottobre scorso aveva depositato una seconda istanza per l’ammissione al concordato preventivo liquidatorio con cessione di tutti i suoi beni sulla base di un piano che prevedeva il pagamento integrale delle spese di procedura e dei crediti privilegiati, il pagamento dei crediti chirografari nella percentuale del 42% con il pagamento dei creditori privilegiati entro il 30 giugno 2016.

A fronte di una situazione debitoria che ammonta a 11 milioni, l’azienda, infatti, conta su un patrimonio immobiliare che ha un valore di 16 milioni di euro. La relazione del revisore contabile Aldo Cacciani depositata in tribunale attesta la veridicità dei dati aziendali oltre che il piano concordatario proposto.

Ma la decisione del collegio giudicante (che, secondo l’avvocato Spadetto, «seguendo i più recenti orientamenti della giurisprudenza apre una nuova via per il tribunale di Udine») non era per nulla scontata. Va infatti precisato che la Procura aveva presentato istanza di fallimento e che il procuratore aggiunto Raffaele Tito aveva insistito sulla necessità di approdare quanto prima a un pronunciamento in questo senso, suffragando la propria richiesta con una decina di decreti ingiuntivi per un valore complessivo di oltre 2 milioni e mezzo di euro, in buona parte relativi a somme pretese dalle banche e, in parte, a soldi dovuti a fornitori. Ad alimentare le incertezze sarebbe stata, inoltre, la mancata formalizzazione di un’offerta d’acquisto da parte della società sarda “Acquario srl” di Olbia nella quale l’azienda aveva riposto buona parte delle proprie speranze.

Ora per la Clocchiatti si apre la procedura concorsuale: il tribunale fallimentare ha delegato alla procedura il giudice Mimma Grisalfi, nominando Doretta Cescon commissario giudiziale e convocando i creditori dinanzi al giudice delegato per l’udienza del 7 dicembre alle 9.30. Ora l’azienda avrà 15 giorni per depositare alla cancelleria fallimentare 150 mila euro a copertura delle spese e dare avvio a una procedura. «Nel frattempo – ha spiegato l’avvocato Ponti – l’obiettivo è lavorare per migliorare la posizione dell’azienda che oltre al patrimonio immobiliare possiede anche una serie di certificazioni e di commesse, l’ospedale di Latisana e la biblioteca di Gradisca solo per citarne alcune, che costituiscono importanti risorse».

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