Concorso in falsa testimonianza: avvocato a giudizio

Udine, incontrò due testimoni dell’accusa prima dell’udienza. La Procura: li convinse a ritrattare la loro versione dei fatti
ANTEPRIMA UDINE GENNAIO 2002 TRIBUNALE NUOVO TELEFOTO COPYRIGHT FOTO AGENCY ANTEPRIMA
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UDINE. Pochi giorni prima dell’udienza si incontrò nel suo studio con due testimoni dell’accusa, entrambi consumatori di droga. E secondo il sostituto procuratore Raffaele Tito, li convinse a modificare le dichiarazioni rese in precedenza ai carabinieri di Palmanova per fare in modo che il suo cliente, un ex poliziotto accusato di spaccio, venisse assolto.

Poi però le cose andarono diversamente. I due testimoni si presentarono in Procura e ritrattarono la “marcia indietro” fatta in tribunale spiegando che fu l’avvocato Giovanni De Nardo a “suggerirgli” di rispondere al giudice dicendo «non ricordo» e altre fasi del genere finalizzate a farli diventare “inattendibili” con l’obiettivo di scagionare così l’ex poliziotto.

Da qui l’apertura di un secondo fascicolo a carico di De Nardo che ieri, dopo esser stato ovviamente costretto a rinunciare alla difesa dell’ex poliziotto, è stato rinviato a giudizio dal Gup, Paolo Alessio Vernì come chiesto dall’accusa. De Nardo dovrà quindi sfilarsi la toga e vestire i panni dell’imputato per rispondere delle accuse di favoreggiamento o di concorso in falsa testimonianza.

In caso di una condanna De Nardo, che ha 35 anni ed è residente a Tavagnacco, rischia anche un provvedimento disciplinare da parte dell’ordine degli avvocati. Ma il suo avvocato difensore, Maurizio Miculan, che ieri aveva chiesto il non luogo a procedere, è convinto di poter smontare ogni accusa nel corso del processo. «Il mio cliente - sottolinea -, una volta venuto a conoscenza delle accuse mosse nei suoi confronti dai due testimoni, ha subito chiesto di essere sentito dal pubblico ministero e ha chiarito la sua posizione nel corso dell’interrogatorio. I testimoni dicono di essere stati indotti ad annacquare la loro versione mentre il mio cliente ha spiegato di essersi limitato a spiegare quale sarebbe stato lo svolgimento del procedimento e anche le eventuali conseguenze in caso di testimonianza mendace».

L’incontro che si è svolto nello studio di De Nardo in via del Gelso poi non sarebbe avvenuto su invito dell’avvocato, ma - precisa Miculan - «su richiesta dei due testimoni». Un elemento che per Miculan potrebbe gettare una nuova luce su cosa effettivamente sia accaduto nello studio di De Nardo. La difesa chiederà anche l’audizione di due ulteriori testi. «Un altro aspetto su cui riflettere - sottolinea il legale - è che chi ha reso falsa testimonianza dopo aver ritrattato non è punibile e così il presunto istigatore rischia di essere l’unico a pagare il conto».

Il primo processo a carico dell’ex poliziotto invece si è chiuso con un patteggiamento per una pena di sei mesi di reclusione, sospesa con la condizionale. Gli episodi contestati risalgono al biennio 2008-2009: l’ex poliziotto era accusato di aver ceduto hascisc e cocaina in diverse circostanze a quattro persone. A scoprire lo spaccio, anche all’interno dell’abitazione di piazzale Chiavris dell’ex poliziotto (che prestava servizio a Gorizia e a Verona prima di lasciare la divisa) sono stati i carabinieri del Norm di Palmanova che tenevano sotto controllo diversi sospetti e consumatori abituali di droga.

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