Condannato e graziato per il crollo del convitto, Livio Bearzi torna a fare il preside a Cividale

Finito nei guai per il crollo della casa dello studente a L’Aquila e graziato da Mattarella, guiderà l’istituto P.D'Aquileia
Udine 28 Dicembre 2012 scuola manzoni Copright Petrussi press Turco
Udine 28 Dicembre 2012 scuola manzoni Copright Petrussi press Turco

Il preside, Livio Bearzi, torna a tutti gli effetti al suo posto. Il dirigente scolastico condannato per il crollo della casa dello studente avvenuto 10 anni fa durante il terremoto a L’Aquila, e poi graziato dal Presidente della Repubblica, era stato interdetto dalla pubblica amministrazione. Rientrato lo scorso anno al vertice del Centro provinciale istruzione degli adulti (Cpi), da settembre Bearzi gestirà l’istituto P.D'Aquileia nella sua Cividale.

Il suo nome compare nella decreto di conferimento degli incarichi ai dirigenti scolastici a partire dall’1 settembre. «Pur essendo il Cpi una scuola a tutti gli effetti, ora rientro a pieno titolo nel mio ruolo di dirigente scolastico. Sono molto soddisfatto: a settembre inizierà una nuova avventura», ha affermato, ieri, dopo aver ricevuto la nomina. Bearzi si dice soddisfatto anche di tornare a Cividale: «Nella mia Cividale – sottolinea – la città che mi è rimasta vicina in tutta la mia vicenda».

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Il rientro di Bearzi è una notizia che rallegra tutto il Friuli, lo stesso Friuli che si era mobilitato per la richiesta di Grazia. Bearzi era stato incarcerato per omicidio colposo plurimo e lesioni personali, in relazione alla morte di tre studenti e al ferimento di altri due nel crollo del convitto nazionale “Domenico Cotugno” dell'Aquila, di cui era il preside, a seguito del terremoto del 6 aprile 2009.

A distanza di dieci anni da quella terribile notte e dell’esperienza che gli ha cambiato la vita, Bearzi non ha lezioni da dare. Nonostante gli impegni assunti dai politici che allora garantirono la modifica delle norme sulla sicurezza delle scuole, nulla è stato ancora fatto. «Sono situazioni complicate, è difficile trovare soluzione. Molte scuole – continua il preside – devono essere sistemate, ma il servizio pubblico non si può interrompere. Poiché gli interlocutori sono tanti non ci sono competenze ben definite, quando capitano le tragedie è quello che è». Bearzi riconoscendo la complessità della materia aggiunge: «È difficile trovare soluzioni, tant’è che da allora non si è arrivati ad alcuna soluzione».

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