Confesercenti sprona la giunta: «Il bonus benzina va cambiato»

UDINE. «Il contributo regionale sui carburanti così come si configura oggi è inefficace. Nemmeno una modulazione al ribasso del prezzo alla pompa per eguagliare il prezzo medio praticato nel vicino Veneto sarebbe sufficiente a scongiurare il quotidiano esodo verso Austria e Slovenia».
Una via vai che dal suo distributore a Gorizia, Manuel Rizzi osserva (e patisce) da oltre 10 anni. È forte di quest’esperienza che il presidente regionale della Federazione autonoma italiana benzinai – Confesercenti guarda all’esperienza del Alto Adige chiedendo all’amministrazione regionale di farla propria legiferando ex novo: «Serve una nuova legge, che limiti il contributo alle fasce di confine, quelle più pesantemente colpite dalla concorrenza delle pompe di Austria e Slovenia». Cos’hanno fatto in Alto Adige? «Nel 1990 hanno istituito due fasce di sconto.
La prima – spiega il leader di Faib Fvg – interessa i residenti da 0 a 10 chilometri dal confine, la seconda quelli da 10 a 20 chilometri. Funziona e l’Europa, in 18 anni, non ha avuto nulla da eccepire a differenza della nostra legge, impugnata alla Corte di Giustizia di Strasburgo». Se la legge Fvg dovesse essere affossata, per i 200 distributori di benzina ancora attivi lungo la fascia confinaria, da Trieste a Tarvisio, sarebbe una condanna a morte. «Siamo già all’ultima spiaggia – denuncia Rizzi –, quello che potevamo tagliare l’abbiamo tagliato, quel che potevamo inventarci l’abbiamo inventato.
A Tarvisio, per far quadrare i conti, un collega si è messo a far copie di chiavi». O così, o si chiude. «Perché se in città, penso a Udine e Pordenone, ma anche alle zone più lontane dal confine, le imprese hanno ancora a disposizione la leva del personale, noi qui abbiamo già mandato a casa tutti, anni fa. Non ci resta che alzare bandiera bianca».
O cambiare. Faib ritiene infatti che l’attuale norma non sia efficace e che «nemmeno un’azione combinata tra il contributo e un minor prezzo praticato alla pompa risolverebbe il problema», afferma ancora affossando sul nascere il tentativo di far abbassare di due, tre centesimi il prezzo del carburante alla pompa qualora i petrolieri volessero accogliere la richiesta avanzata in tal senso dall’assessore regionale all’Energia, Fabio Scoccimarro.
«Se l’obiettivo è arrivare al prezzo del Veneto che è di 1,460 euro per un litro di benzina si sappia da subito che non sarà sufficiente. Il litro in Slovenia costa infatti 1,207 euro, restano 25 centesimi di differenza. Anche tolti i 21 centesimi di contributo regionale, la benzina oltre confine è comunque più vantaggiosa» ribadisce Rizzi. Da qui l’appello per una nuova legge. Per un tavolo di crisi da aprire subito. «Lo chiediamo da mesi e alla nostra richiesta – fa sapere l’imprenditore – si è affiancata a gennaio anche quella del prefetto di Gorizia».
La provincia isontina è quella che ha pagato il prezzo più caro alla concorrenza estera in questi anni. I numeri parlano chiaro. Nel 2008 i distributori in città erano 18 ed erogavano 32 milioni di litri, nel 2018 ne sono rimasti 11 per un totale di appena 5 milioni di litri erogati. «Per essere davvero competitivi dobbiamo trovare una soluzione per la fascia confinaria che è quella che patisce davvero» conclude Rizzi ricordando che dall’esito di questa partita dipendono il futuro di un pezzetto di economia e la sussistenza di un servizio essenziale per la popolazione, «pensiamo agli anziani, dove faranno benzina se saremo costretti a chiudere?».
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