«Consiglieri impuniti»: Lega Nord in rivolta

Un gruppo di militanti scrive a Dozzo: scandalo rimborsi senza conseguenze. Pronti ad autosospendersi se i vertici del Carroccio non faranno chiarezza

UDINE. La base friulana della Lega Nord esce allo scoperto. Dopo aver sopportato per mesi, in silenzio, scelte non condivise, e dopo aver vissuto come un’imposizione le candidature per le elezioni nazionali e regionali, un gruppo di militanti ha preso carta e penna e ha scritto al commissario Gianpaolo Dozzo.

Ad amareggiare di più è la scelta di non aver preso provvedimenti contro quei consiglieri regionali coinvolti nello scandalo rimborsi durante la scorsa legislatura.

«Vent’anni fa – scrivono Marco Ubaldi, Diego Bernardis, Bruno Zonta, Adriano Ceccherini, Elisabeth Netzbandt, Michele Zoff, Andrea Fasolo – siamo entrati nella Lega Nord per combattere l’uso disonesto dei soldi pubblici da parte delle regioni del Sud, ma anche da parte dei famigerati politici della Prima Repubblica. L’immagine della Lega è stata da subito quella di un movimento desideroso di cambiare le cose che non andavano, pulito, onesto e trasparente. Oggi le condizioni sono totalmente cambiate – aggiungono –. I soldi pubblici sono soldi di tutti, soldi anche di famiglie padane e friulgiuliane che non arrivano alla fine del mese. Chi usa soldi pubblici per farsi rimborsare un taglio di capelli non è leghista. Chi usa soldi pubblici per farsi rimborsare una serata in compagnia in albergo a bordo lago non è leghista. Chi usa soldi pubblici per farsi rimborsare un pernottamento in compagnia di due ragazze non è leghista. Chi usa soldi pubblici per farsi rimborsare un biglietto della lotteria non è leghista. E potremmo, purtroppo, continuare».

Alla base del Carroccio non interessa tanto sapere quale sarà il pronunciamento della magistratura o della Corte dei Conti in merito all’utilizzo improprio di queste risorse pubbliche, quanto evidenziare come chi ha utilizzato i rimborsi in maniera “leggera” ha tradito i principi cardine del movimento.

«Questo tradimento, secondo noi – spiegano i firmatari della lettera – comporta la perdita immediata della qualifica di socio militante, proprio per rispetto nei confronti degli altri soci militanti. Non ci interessa sapere com’è stata risolta una questione simile nelle altre regioni (Lombardia o altre). Qui in Fvg va fatto così. La cosa che ci lascia basiti – chiariscono – è che non ne abbiamo sentito uno chiedere scusa per l’errore, ma soltanto pretendere altri posti o riconferme, reputando bazzecole questi fatti, per noi invece gravissimi».

Nel caso in cui gli attuali vertici della Lega del Fvg non riconoscessero la gravità della situazione, Ubaldi, Bernardis, Zonta, Ceccherini, Netzbandt, Zoff e Fasolo sono pronti ad autosospendersi dal partito: «Noi non viviamo di Lega Nord, anzi, per noi il Carroccio è una voce di costo! Voce di costo che abbiamo tranquillamente sopportato in tutti questi anni, convinti di partecipare a una grande causa, una causa fantastica per il Nord libero, libero anche da malcostumi».

La base invoca chiarezza, quella che è mancata fino a oggi, visto che a pagare, per ora, è stato solo l’ex segretario Fvg Matteo Piasente.

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