Consorzio Colli orientali, Gigante si autosospende per il caso Sauvignon

UDINE. Il presidente del Consorzio Friuli Colli Orientali, Adriano Gigante, che risulta tra 17 indagati dalla Procura di Udine per il caso del Sauvignon “dopato”, ha deciso di autosospendersi temporaneamente dall’incarico. «Sono estraneo ai fatti - sono le sue parole -, ma per una scelta di onestà intellettuale, mi faccio temporaneamente da parte».
Una scelta, quella di Gigante che è stata apprezzata dal Cda del Consorzio convocato in maniera straordinaria per fare il punto sull’indagine ancora in corso e per approfondire tutti gli aspetti relativi alla vicenda.
Al termine dei lavori lo stesso cda ha deciso di deliberare, all’unanimità, di riporre la massima fiducia nell'operato del presidente, il quale ha riaffermato una volta di più la sua totale estraneità ai fatti contestati dalla Procura e che, «sia per onestà intellettuale sia per continuare a operare nella massima trasparenza», ha deciso di, appunto, autosospendersi temporaneamente dalla carica di presidente.
Fino a ulteriori sviluppi dell’indagine - rende noto ancora il Cda -, tutti gli incarichi istituzionali sono stati dunque delegati la vicepresidente, Germano Zorzettig, il quale non ritiene opportuno - si legge in una nota - «in questo momento, entrare nel merito delle inchieste e del loro risalto mediatico che colmano di mestizia una delle migliori vendemmie degli ultimi anni».
Il Consorzio, inoltre, ha espresso totale fiducia nell’operato della Procura e auspicato che possa essere fatta rapidamente piena luce sui fatti e sui soggetti effettivamente coinvolti. Il Consiglio, infine - conclude la nota -, confida che l’indagine venga conclusa nel minor tempo possibile, sottolineando che la posizione del Consorzio «è chiaramente e fermamente contraria a ogni ipotetica attività di truffa o contraffazione».
Il Consorzio tutela Denominazione origine vini “Colli Orientali del Friuli” è nato – tra i primissimi in Italia – nel 1970. Da gennaio 2010 è stata creata una nuova realtà, frutto di un processo di aggregazione che il Consorzio ha intrapreso con il Consorzio per la Tutela del Ramandolo Docg.
Questa struttura unica, denominata Consorzio Tutela Vini “Colli orientali del Friuli e Ramandolo” ha attualmente la gestione della Doc Friuli Colli Orientali, Docg Picolit, Docg Ramandolo e, dal 2011, della Docg Rosazzo.
Oggi il Consorzio riunisce circa 200 soci, dei quali circa i 3/4 sono imbottigliatori. Dai loro vigneti (2.000 ettari iscritti all’albo) producono oltre 80 mila ettolitri di vino Doc, dei quali almeno il 30 per cento viene commercializzato all'estero.
E su “Sauvignon connection” c’è da registrare la dichiarazione del viticultore Giorgio Colutta, ex presidente regionale di Confagricoltura. «Dispiace - afferma - venire a conoscenza di queste notizie in una regione, il Fvg, famosa sia per la serietà sia per la qualità dei prodotti.
E dispiace che qualche produttore che evidentemente ha voluto prendere qualche scorciatoia lo abbia fatto senza considerare, com’è avvenuto, che avrebbe potuto mettere tutti in cattiva luce».
Proprio per questo motivo, Colutta si dichiara favorevole al fatto che siano stati pubblicati i nominativi «di queste persone oggetto di attenzione», perché «è una scelta che bene o male ha tutelato la serietà di tutte le altre aziende.
Se ci sono infatti una quindicina di aziende sulle quali si sono concentrati alcuni sospetti, ce ne sono centinaia che non meritano di essere mese in discussione o in ombra. Poi, ovviamente, sarà la magistratura a dirci se, perché e in ce misura qualcuno ha sbagliato».
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