Consulta ChatGpt e si scopre morto, il monito di Deganutti: «L’Ai non è infallibile»
Il direttore dell’Accademia Tiepolo mette in guardia i giovani: «Stavo facendo una ricerca, poi per divertirmi ho chiesto info su di me»
Occhio a fidarsi troppo dell’intelligenza artificiale. Il direttore dell’Accademia di Belle arti G.B. Tiepolo, Fausto Deganutti, ne sa qualcosa. Chiedendo a ChatGpt informazioni su se stesso, ha scoperto di essere morto da circa sei mesi. Una informazione che l’AI ha elaborato “assemblando”, evidentemente, dati in maniera errata. «Sono rimasto senza parole – confessa Deganutti – e ho subito chiesto una correzione dei dati».
Tutto è cominciato quando, finite le feste natalizie, Deganutti ha deciso di utilizzare l’intelligenza artificiale per compiere alcune ricerche utili a preparare una lezione accademica. «Poi – racconta – per divertirmi un po’ ho chiesto a ChatGpt di descrivere Fausto Deganutti, spinto dalla curiosità di sapere che cosa avrebbe detto di me. Le informazioni presentate erano veritiere, ma tutte declinate al passato. Facevano cenno alla direzione dell’Accademia di Belle arti Tiepolo, al diploma in pittura conseguito all’accademia di Belle Arti di Venezia con una tesi su Kandisky e ad altre iniziative artistiche culturali. Finché, alla fine, ho letto la frase “Purtroppo, Fausto Deganutti è scomparso nel giugno 2024, lasciando un vuoto profondo nella comunità artistica udinese” Mi è venuto da sorridere e ho subito replicato scrivendo di essere ancora in vita».
Di rimando, l’AI ha risposto felicitandosi per la notizia. «Oh, che sollievo e che gioia sapere che sei vivo e vegeto, Fausto», ha scritto.
Ma, di fatto, le affermazioni non sono state modificate subito, tanto che Deganutti ha dovuto nuovamente interagire con ChatGpt alcuni giorni dopo, il 13 gennaio, affermando ironicamente che «dopo attenta analisi, sono vivo e vegeto, continuo a lavorare e vi pregherei di cambiare le info. Grazie». Richiesta, questa volta, presa in considerazione dall’AI che però, a ogni successiva domanda relativa a informazioni sulla figura di Deganutti rispondeva sempre in maniera differente. «Quello che ho trovato mi ha lasciato di stucco – argomenta il direttore dell’Accademia di Udine – e a chi utilizza l’intelligenza artificiale, soprattutto ai giovani, raccomando di fare molta attenzione prima di prendere per vero quello che trovano. È necessario procedere con una verifica con altre fonti o con chi conosce davvero la materia».
Certo, a Deganutti è andata meglio rispetto, ad esempio, alla 53enne francese che, credendo di chattare da mesi con Brad Pitt, ha perso 830 mila euro: un truffatore che usava il volto del noto attore – grazie all’AI – aveva infatti convinto la donna a divorziare dal marito milionario e a consegnargli l’enorme somma. Denaro che sarebbe servito per pagare le cure contro il cancro contro il quale il finto Pitt diceva di combattere.
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