Contagi in aumento, la Slovenia potrebbe chiudere nuovamente i confini

Il primo ministro Jansa ha affermato che la situazione nel Paese e nel mondo sta peggiorando pericolosamente
Il premier sloveno Janez Jansa
Il premier sloveno Janez Jansa

LUBIANA. La situazione in Slovenia è molto grave. I numeri dei contagi da Covid-19 sono molto alti. Nelle ultime 24 ore 726 nuovi casi su 3.765 tamponi effettuati pari al 19,28% dei testati. Il governo nella serata di domenica 18 ottobre si è riunito con il Comitato degli esperti presso il ministero della Sanità per il coronavirus è ha decretato lo stato di epidemia nazionale, come riporta Il Piccolo.

Un passaggio che dà al governo mani più libere per agire nei prossimi giorni, come ha detto il portavoce Jelko Kacin. Per ora non cambia niente rispetto al presente, ma cambierà molto nelle prossime ore. La gente in Slovenia però è stanca, spossata dalla guerra di logoramento intrapresa dal virus, allora il primo ministro Janez Jansa ieri sera prima della riunione dell'esecutivo ha inviato un video messaggio a tutti gli sloveni.Nel suo discorso alla nazione, il primo ministro Jansa ha affermato che la situazione in Slovenia e nel mondo sta peggiorando pericolosamente. Saranno necessarie misure per proteggere prima le vite, poi l'economia e tutto il resto dovrà aspettare un po', ha detto, preludendo anche alla possibilità di una nuova chiusura dei confini a breve. «Il veloce aumento del numero di contagi - ha affermato - è così rapido che siamo sul punto di dichiarare nuovamente l'epidemia».

«La situazione sta peggiorando pericolosamente - ha confermato il primo ministro - e siamo costretti a prendere provvedimenti per controllare la diffusione del virus». Come? Jansa ha ricordato la riunione dell'ultimo Consiglio europeo, dove è stato raggiunto un accordo sulla gerarchia dei valori nella lotta contro il Covid-19. «Prima ci sono le vite, poi c'è la salute e poi c'è l'economia, soprattutto le attività vitali. Tutto il resto, dall'intrattenimento a tante altre attività, così come alcune libertà, dovrà aspettare un po'» ha ribadito Jansa ripetendo quello che da mesi e un suo chiodo fisso ossia: «Più saremo in grado di rispettare questa scala e le misure che ne derivano, prima saremo in grado di tornare alla vita normale».

Per quanto riguarda i confini Jansa si è dimostrato del tutto allineato sulla posizione dei Ventisette. «L'Unione Europea ha anche concordato come attraversare le frontiere durante un'epidemia - ha spiegato il premier - e, soprattutto, durante una possibile recrudescenza della pandemia. Seguendo le raccomandazioni europee potremo evitare il ripetersi di blocchi e serrate, come abbiamo potuto vedere a marzo». I Ventisette hanno anche concordato il metodo di vaccinazione, quando ovviamente il vaccino sarà disponibile. La vaccinazione sarà gratuita in Slovenia, ha annunciato il primo ministro, a seconda della disponibilità, il vaccino sarà inoculato prima al personale medico, poi ai gruppi vulnerabili impiegati nelle infrastrutture critiche e così via.

«Ma prima del vaccino - ha ricordato - abbiamo ancora davanti a noi un periodo freddo e impegnativo della pandemia, che richiede un'azione efficace da parte di tutti noi, e soprattutto un alto livello di responsabilità e solidarietà».Anche la Regione goriziana e la Litoranea-interna hanno raggiunto i livelli epidemici per essere dichiarate zone rosse assieme alle altre 9 consorelle. Rimarrebbe arancione solo la Regione Carsica-costiera ma, a livello nazionale, bastava un ulteriore ricoverato in terapia intensiva per raggiungere i livelli per poter decretare lo stato di epidemia nazionale. Cosa che è puntualmente avvenuta. Nel confronto di ieri sera tra governo sloveno e Comitato dei saggi è stato anche esaminato se la Slovenia possa includere nei piani eventuali misure aggiuntive che ridurrebbero la pressione sugli ospedali nei prossimi giorni.

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