Contagiato dal Covid, muore alle Canarie: dopo due mesi rientrate dalla Spagna le ceneri di Simonin

LATISANA. Da sabato pomeriggio potrà riposare in pace nel camposanto della sua amata Latisana, l’imprenditore Gino Simonin, deceduto due mesi fa a Puerto Rico di Gran Canaria, la località turistica spagnola nella quale da vent’anni trascorreva i mesi invernali con la moglie Lina e, dove, aveva contratto il Covid-19. La cerimonia funebre con le sue ceneri, arrivate in questi giorni a Latisana a seguito della famiglia, si svolgerà sabato alle 11 nel Duomo di Latisana. L’imprenditore lascia oltre alla moglie, le figlie Daniela e Francesca, il genero Paolo e il nipote Emanuele con la compagna Verdiana.
Gino Simonin, che aveva 80 anni, si trovava a Puerto Rico dalla fine di ottobre insieme – come detto – alla moglie Lina, al nipote Emanuele e alla compagna di lui Verdiana, per passare l’inverno in climi più miti. Alla partenza nessuno aveva accusato alcuni sintomi. A inizio novembre, però, l’imprenditore ha cominciato a non stare bene. Il test al quale è stato sottoposto Simonin ha dato esito positivo al coronavirus, consigliando il ricovero in ospedale, dove le condizioni dell’uomo sono andate via via aggravandosi fino al decesso. Contagiati anche familiari costretti in isolamento nella località spagnola. Anche per la moglie dell’imprenditore invece la necessità del ricovero in ospedale, dal quale è stata dimessa guarita solo una ventina di giorni fa, ma fisicamente provata tanto da non poter rientrare subito a Latisana.
Fino all’altro giorno quando è rientrata con le ceneri del marito, accompagnata dal nipote Emanuele e da Verdiana.
Come si ricorderà Gino Simonin assieme alla moglie, aveva dato vita al marchio “Mabar” per la produzione nello stabilimento di Latisana di costumi per maschere da Carnevale. Un’attività – fondata dalla signora Lina e alla quale lui aveva dato il suo personale contributo – che era si era rivelata un successo, arrivando a contare fino cinquanta dipendenti. A inizio degli anni 2000 i coniugi avevano deciso di chiudere l’attività, per godersi la meritata pensione, vendendo il marchio a una ditta americana. Da allora avevano scelto ogni inverno di trascorrere qualche settimana al caldo nell’isola spagnola. Gino Simonin era una persona semplice e riservata, come del resto tutta la sua famiglia, ciò però non gli aveva impedito di essere un punto di riferimento all’interno della comunità di Latisana e della frazione di Paludo dove viveva, ma anche delle attività della chiesa.
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