Contrasti con la federazione nazionale, si dimettono i vertici dei Donatori di sangue della provincia di Udine
Passo indietro del presidente Roberto Flora e dei tre vice dell’Afds friulana. Alla base della scelta ci sono visioni divergenti e inconciliabili rispetto all’attuale conduzione della Fidas, cui l’associazione udinese aderisce

Divergenze con la presidenza nazionale della Federazione italiana associazioni donatori di sangue (Fidas). È ciò che ha causato la frattura, insanabile, tra il direttivo nazionale e l’Associazione friulana donatori sangue di Udine, che conta oltre 50 mila iscritti in tutta la provincia.
Nella seduta di venerdì 28 marzo, il presidente provinciale Afds Udine, Roberto Flora e i vicepresidenti Mauro Rosso, Donnino Mossenta e Marco Rossi, che compongono la giunta, hanno rassegnato le dimissioni.
Alla base della scelta ci sono visioni divergenti e inconciliabili rispetto all’attuale conduzione della Fidas, federazione nazionale cui l’associazione friulana aderisce. L’assemblea provinciale è prevista per sabato 31 maggio. In quell’occasione sarà eletto il nuovo presidente. Sono già in corso le riunioni di zona per la nomina dei consiglieri provinciali.
Nei prossimi giorni il consiglio provinciale ancora in carica provvederà a nominare un presidente ad interim per l’ordinaria amministrazione fino alla data dell’assemblea. La decisione è irrevocabile. Interpellato, il presidente Flora, alla guida dell’Afds Udine da otto anni, spiega che, considerato il momento delicato, preferisce non aggiungere altro rispetto a quanto riportato in una nota stampa diffusa nella serata di sabato 29 marzo.
Nella lettera inviata dallo stesso Flora a tutti i presidenti delle sezioni si legge: «Mi sono messo a disposizione dell’associazione assumendo l’incarico di presidente provinciale spinto da valori ben precisi: solidarietà, senso di responsabilità, senso del dovere nei confronti della comunità, rettitudine morale, altruismo, impegno e dedizione, ovvero tutto ciò che è alla base di un genuino e autentico volontariato disinteressato.
Questi valori mi hanno sempre sostenuto nel corso di un doppio mandato caratterizzato da cambiamenti epocali nel settore trasfusionale e di un dramma che ha colpito tutta la nostra comunità: la pandemia da Covid 19. In questi otto anni, assieme ai consiglieri provinciali, alla segreteria, ai professionisti della sanità e a tanti semplici donatori, abbiamo rinnovato tutto il sistema di accesso al dono e della sua promozione per rispondere alle nuove sfide».
Si legge ancora nella lettera: «Sono questi valori che mi spingono a fare un passo indietro, essendo venute meno le condizioni che consentono di poterli esprimere.
È una decisione che ho preso con estrema sofferenza, ma è l’unica indicata dalla coerenza. Vorrei ringraziarvi uno a uno, stringervi la mano, guardarvi negli occhi e ricordare ogni momento di questi intensi ed entusiasmanti otto anni».
Il segretario generale Afds Udine, Roberto Tirelli, conferma le divergenze tra la presidenza nazionale e l’Afds Udine. «Secondo quanto riferito dal presidente Flora – le parole di Tirelli – non viene in alcun modo preso in considerazione quanto richiesto dalla nostra associazione di Udine. I punti principali sono tre: la tutela del donatore, l’attenzione al territorio e la telemedicina. Sulla telemedicina noi riteniamo che il medico debba effettuare una visita fisica e non lavorare a distanza. Il presidente Flora sostiene che i territori vengono trascurati dalla federazione nazionale, che non tiene abbastanza in considerazione le federate. Sulla tutela del donatore, inoltre, chiediamo maggiori esami e analisi. Una cosa simile non era mai accaduta. Dopo un anno di contrasti – conclude il segretario – la situazione è precipitata. Il presidente nazionale è stato qui ma non siamo riusciti a trovare la quadra».
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