Controlli (ma non a tutti), valichi aperti a metà e auto in coda già dalle prime ore: la situazione ai confini tra Slovenia e Italia

Una riapertura "territoriale", in anticipo di 48 ore rispetto alle indicazioni del governo di Lubiana che fissava la data x nel 15 giugno, che è in ogni caso graduale: non tutte le barriere sono state rimosse
Una delle reti divisorie installate dalle autorità slovene spostate dal piazzale della Transalpina
Una delle reti divisorie installate dalle autorità slovene spostate dal piazzale della Transalpina

GORIZIA. Confini con la Slovenia riaperti? Sì, ma non tutti. Dalla mattinata di sabato 13 giugno i residenti in Friuli Venezia Giulia possono tornare a varcare la frontiera senza restrizioni e senza la necessità di sottoporsi alla quarantena obbligatoria prevista fino al 12 giugno. Una riapertura "territoriale", in anticipo di 48 ore rispetto alle indicazioni del governo di Lubiana che fissava la data x nel 15 giugno, che è in ogni caso graduale: non tutte le barriere sono state rimosse.

Nella mattinata di sabato, ad esempio, risultava ancora chiuso il valico della Casa Rossa, uno dei principali punti di transito transfrontaliero del Goriziano. New jersey a bloccare il transito dalla parte italiana e transenne oltre il confine, con la Polfrontiera italiana che non ha avuto indicazioni sulla riapertura del checkpoint.

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I valichi aperti tra Gorizia e la Goriska sono sostanzialmente due, quelli già utilizzati dai lavoratori frontalieri e dalle persone autorizzate ad accedere in Slovenia già nelle scorse settimane (per questioni mediche o familiari urgenti): il valico autostradale di Sant'Andrea e quello di San Gabriele, che porta proprio nel cuore di Nova Gorica.



Qua tre poliziotti, nella mattinata del 13 giugno, controllavano i documenti di chi dall'Italia intendeva recarsi oltre confine: in linea di massima, l'indicazione fornita agli operatori della Policjia è di verificare la residenza dai documenti d'identità validi per l'espatrio. Parecchie le macchine in coda per passare "dall'altra parte", ma niente incolonnamenti estenuanti: nei momenti più intensi, si contavano in fila una ventina di auto. Destinazione finale di molti dei goriziani in coda i distributori d'oltreconfine, che pur pullulanti di auto con targa italiana, non hanno subìto l'assalto forse previsto da molti. La sensazione, anche a giudicare dalle domande formulate da parecchi cittadini ai poliziotti sloveni, è che la notizia della riapertura non abbia raggiunto a macchia d'olio gli interessati.

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Controlli più blandi a Sant'Andrea, dove la polizia slovena lasciava passare senza neppure controllare i documenti e limitandosi a fermare i furgoni con targa diversa da quelle italiana o slovena. Goriziani liberi di circolare a piedi anche sul piazzale della Transalpina, luogo dall'alto valore simbolico dove nel 2004 l'allora commissario europeo Romano Prodi celebrò l'apertura a Est dell'Europa: le reti metalliche che dividevano la piazza a metà sono state spostate, probabilmente da semplici cittadini e non dalle autorità, visto che restano posizionate perpendicolarmente alla "vecchia" stazione settentrionale di Gorizia. 

E oggi riaprono anche i casinò di Nova Gorica, con misure anticontagio straordinarie: dispenser con l'igienizzante, obbligo di mascherina all'ingresso (non mentre si gioca alle macchinette) e la richiesta di mantenere una distanza interpersonale di almeno un metro.

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