Controriforma delle Ater, bocciatura del Pdl
UDINE. È una bocciatura senza appello quella che l’ex assessore Riccardo Riccardi fa della politica messa in campo dalla giunta Serracchiani. A finire nel mirino del consigliere regionale del Pdl, sono l’annunciata “controriforma” dell’Ater e le ipotesi previste per superare le restrizioni del Patto di stabilità.
«Sconfessare la riforma approvata durante la scorsa legislatura – spiega Riccardi – e quindi raddoppiare il numero di Ater (da una a due), significa non solo accrescere i costi, ma non voler eliminare le disparità esistenti tra i diversi territori della nostra regione. Un comportamento demagogico dettato soltanto dalla voglia di andare a ogni costo contro le nostre posizioni».
Riccardi è certo che questo rimescolamento delle carte da parte dell’attuale giunta regionale, sia dovuta alle pressioni ricevute dal territorio di Trieste: «La nostra riforma nasceva per un problema oggettivo di costi – afferma l’ex assessore – che imponeva una razionalizzazione del numero di Ater. Oggi, a parità di reddito, un inquilino di Tolmezzo paga il doppio di affitto rispetto a uno di Trieste.
Noi non volevamo più che ciò accadesse, ma evidentemente la giunta Serracchiani subisce le pressioni che arrivano dal capoluogo giuliano e quindi preferisce mantenere i privilegi di cui gode Trieste, raddoppiando il numero di Ater. In questo modo – precisa – si decide di andare nella direzione opposta rispetto al taglio dei costi, all’equità e all’efficienza». Per Riccardi la riforma varata dalla giunta Tondo fissava tempi e modi precisi per razionalizzare le aziende territoriali per l’edilizia residenziale: «Se qualcuno pensa di fare meglio raddoppiando il numero di Ater, dovrà assumersene la responsabilità, soprattutto oggi che le risorse sono sempre di meno.
La riforma che abbiamo fatto ci è costata in termini elettorali – assicura Riccardi – ma in tempi di crisi serve il coraggio di fare delle scelte e di razionalizzare, per non subire i processi ma per governarli». Le perplessità dell’ex assessore riguardano anche il tema del Patto di stabilità. «Finalmente ci si è accorti che la modifica del Patto è più facile a dire in campagna elettorale piuttosto che a fare discutendo con il Governo. Tutto ciò che è stato ipotizzato dagli esponenti di questa maggioranza regionale per dare ossigeno alle nostre imprese non può essere risolutivo.
Non vanno cercate soluzioni come la cessione di credito, condizione peraltro non ammessa dal codice unico dei contratti – evidenzia Riccardi – ma va utilizzato il meccanismo della norma anticrisi, varato nella precedente legislatura, grazie al quale si è dato sostegno a molte imprese». Il consigliere del Pdl suggerisce di approvare una norma con misure straordinarie per il settore delle costruzioni, trovando il modo di intervenire con ragioni non esplicitamente collegate al Patto di stabilità, evitando trasferimenti diretti a Comuni e Province per non far nascere contestazioni da parte del governo. «Lavoriamo sull’effetto e non sulla causa – chiarisce – sono i ritardi nei pagamenti all’appaltatore degli enti locali il nostro orizzonte. Sia direttamente l’impresa il destinatario della nostra misura. Se gli enti locali devono ma non riescono a pagare, la Regione anticipi quanto dovuto attraverso un fondo di rotazione, che potrà essere restituito in un tempo definito e senza pesi di oneri finanziari».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto