CoopCa, ok dal commissario al piano: ai prestatori fino al 36% del capitale
UDINE. Disco verde del commissario giudiziale, Fabiola Beltramini, al piano di concordato preventivo di CoopCa. L’ok al documento - che segue di poche ore la decisione del cda della Banca popolare di Cividale di acquisire il Cedi di Amaro per 10,8 milioni - è contenuto nella relazione di 145 pagine che la stessa Beltramini ha provveduto a inoltrare immediatamente ai soci prestatori.
Quest’ultimi, nell’adunata dei chirografi già programmata per il prossimo 20 di giugno, a Udine, decideranno se avallare o respingere il Piano.
Per il commissario giudiziale non ci sono dubbi nella scelta tra la convenienza della proposta di concordato rispetto all’alternativa del fallimento e/o di amministrazione straordinaria.
La stessa Beltramini nella parte conclusiva della sua relazione sottopone all’attenzione dei creditori il fatto che qualora «ad esito delle indagini su alcuni componenti del cda e del collegio sindacale emergessero fatti di bancarotta, i reati connessi rileverebbero, anche, nell’ambito della procedura concordataria, così come è anche riconosciuto al commissario giudiziale il diritto di costituirsi parte civile nel procedimento penale per i reati predetti».
Non solo, ma nella stessa relazione viene sottolineato il fatto che un elemento di sicura rilevanza è rappresentato dal fatto che tute le offerte di acquisto fin qui pervenute (fatta eccezione per l’offerta di due uffici «di modestissimo valore») sono subordinati all’approvazione della procedura di concordato.
«L’interruzione di questa procedura - ricorda la Beltramini - comporterebbe il venire meno delle offerte di acquisto dei 14 punti vendita e di una parte cospicua del patrimonio immobiliare direttamente o indirettamente riferibile a CoopCa oltre a quota parte del consistenze del magazzino». Insomma, secondo le previsioni «appare realizzabile il pagamento integrale delle spese di procedura, dei crediti in prededuzione e dei crediti privilegiati e la soddisfazione dei creditori chirografi».
Ma ecco nel dettaglio le cifre fornite. L’attivo concordatario (vale a dire la somma che si presume di incassare da tutto il patrimonio di CoopCa) ammonta – stando alla relazione del commissario - a 48 milioni 610 mila 684 euro, da cui si deve sottrarre il pagamento degli oneri dovuti ai professionisti di 2 milioni 274 mila 622 euro.
Per cui il residuo attivo per i creditori privilegiati e quelli chirografari sarà di 45 milioni 886 mila 62 euro. Di questi, ai privilegiati spetteranno 31 milioni 159 mila 324 euro. Il residuo per i chirografari è di 14 milioni 726 mila 738 euro così suddivisi: l’1 per cento agli istituti bancari, il 32 per cento ai fornitori e il restante 67 per cento ai soci privilegia. Dunque, a quest’ultimi spetterebbe la somma di 9 milioni 866 mila 914,46 euro sui complessivi 27 milioni 157 mila 702 euro di depositi complessivi.
Dunque, se tutto dovesse verificarsi come prospettato dal commissario giudiziale - stante che si tratta ovviamente di ipotesi tutte da verificare sul campo - ai soci prestatori verrebbe riconosciuto il 36 per cento dei loro depositi.
A questo presunto credito si dovrebbe aggiungere il 50 per cento del prestito promesso dal Legacoop Fvg e dal Distretto Adriatico e che dovrebbe essere formalizzato se ci sarà l’ok al piano concordatario. Ma si tratta - giova ripetere - di calcoli ancora teorici. In realtà la stima è che i rimborsi dal piano oscillino tra il 5 e il 36 per cento a seconda dei risultati delle gare per la vendita del patrimonio.
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