Corno di Rosazzo perde la sua voce

Addio alla “poetessa” Graziella Noacco spentasi ottantenne. Viveva a Gramogliano
Di Manuela Battistutta

CORNO DI ROSAZZO. Scriveva Alda Merini: «Quando muore un poeta al mondo c’è meno luce per vedere le cose». Se ne è andata improvvisamente Graziella Noacco, classe 1935, nata a Manzano ma per tutti “la poetessa” di Corno di Rosazzo. Era la voce e l’anima di questo territorio che lei amava profondamente. A Corno dedicato “Il miô paîs”, una poesia che era solita recitare a memoria in mille occasioni pubbliche e in tanti intermezzi tra il primo e secondo atto degli spettacoli della compagnia teatrale “El Tendon” di cui faceva parte. Abitava sulle colline di Gramogliano, in una casa sempre pronta ad accogliere il visitatore, con accanto il suo “bosco”, in cui aveva trovato consolazione dopo la morte dell’amato marito Berto Costantini nel 1983. Da lì era ripartita con forza, rimboccandosi le maniche per crescere i figli, trovando nella scrittura una nuova linfa vitale. Aveva iniziato a scrivere a 48 anni, usando principalmente la lingua del cuore, il friulano, e continuava a farlo raccontando la struggente malinconia di un passato con una visione rasserenata del futuro, illuminato dalla fede. Solare, aveva un carisma personale che andava oltre la scrittura. Nel 2013 la sua ultima raccolta “Le gioie della via e i dolori dell’anima” (Gaspari Editore), pubblicata dal Circolo culturale di Corno e presentata in una serata affollatissima. Con il sorriso sempre affabile e la gioia generosa negli occhi, Graziella sapeva che sarebbe arrivato il momento di distacco da questa vita, ma allo stesso tempo di ricongiungimento con il marito ed era preparata. Scrive nell’ultima poesia che chiude il libro intitolata “Testamento”: «Porto con me lassù la carezza di mia madre e l’amore dei miei figli, la bellezza del luogo in cui vivo, la gentilezza e l’affetto dei nipoti, parenti e amici». Oggi i funerali, alle 17, nella chiesa parrocchiale.

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