Corona ai ragazzi: «Il bicchiere è subdolo»
“Guida poco che devi bere”
20 comandamenti per la vita

È a Roma, Mauro Corona, incomincia il tour degli studi televisivi per l’uscita , da Mondadori, di Guida poco che devi bere. Manuale a uso dei giovani per imparare a bere. «Perché viviamo in un paese strano – puntualizza – i libri si vendono in tv, non nelle librerie».
– Perché scrivere un manuale su come bere?
«Non l’ho certo scritto per bisogno di soldi, con oltre venti libri e tre milioni di copie posso anche permettermi di scrivere quello che credo giusto. Il fatto è che va detto chiaramente che il problema dei giovani non è la droga, ma l’alcol. I grandi esperti che si riempiono la bocca in televisione non dicono che il vero problema è quello. E poi si raccontano tante bugie sull’alcol, e non se ne parla abbastanza. Chiedere ai ragazzi, perché è così che io li voglio chiamare, di non bere è come chiedere che non piova, bevono e berranno, ma proprio per questo bisogna essere chiari. Ecco io ho scritto questo manualetto per essere chiaro con i ragazzi, per dire loro le cose come stanno».
– Per esempio?
«Innanzitutto io sono la prova vivente che l’alcol non uccide nel modo che fanno intendere: ho 63 anni, arrampico ancora, faccio una vita intensa. Il modo in cui uccide l’alcol è più subdolo, va detto. Per questo ho scritto dei racconti e 20 comandamenti, indicazioni concrete sulle cose da fare sperando che qualche ragazzo ne tenga conto. Una delle regole fondamentali è quella di non mischiare l’alcol, farlo è come prendersi una fucilata. Tanti iniziano con un bicchiere di vino, poi pensano di aspettare un po’ bevendo una birra. È sbagliatissimo! Poi non bisogna mai avvicinarsi all’alcol a stomaco vuoto, è una regola fondamentale: va subito in circolo e fa male. Bisogna tenere in macchina sempre un sacco a pelo e una torcia, quando si sente di aver superato il limite è meglio fermarsi, dormire un’ora è sufficiente. Spesso, però i ragazzi subiscono la solita minaccia dai genitori: se torni ubriaco ti spezzo le gambe, così per paura si mettono in macchina anche se sono già sfatti. Invece bisognerebbe aspettare, arrivare magari anche tardi, ma arrivare vivi...».
– E poi?
«Un’altra regola è quella di non abbandonare mai l’amico ubriaco. Io l’ho fatto, e una volta un mio amico è finito in un fosso, da allora ce l’ho sulla coscienza. Bisogna stare vicino ai propri amici, anche se ci offendono, se tirano fuori il peggio di sé, non bisogna mai abbandonare un amico ubriaco».
– La regola più importante?
«Bisogna ricordarsi che basta un solo bicchiere, un unico bicchiere di alcol e si è già presi nella rete dell’alcol. Possono anche passare anni di astinenza, ma si è comunque presi dentro, mai credere di aver vinto la battaglia. Io non bevo da 22 mesi, ma non mi considero un astemio. L’alcol non ha fretta sa aspettare, anche anni, e una volta entrati nella sua presa non se ne viene più fuori, è inutile illudersi. L’alcol è subdolo, infido. È questo che va detto».
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