Corona prende l’anticipo, ma dà forfait a una discoteca friulana

MILANO. È entrato nel vivo a Milano il processo a carico di Fabrizio Corona, tornato in carcere lo scorso ottobre per i 2,6 milioni di euro in contanti, trovati nell’intercapedine di un controsoffitto e in parte in due cassette di sicurezza in Austria.
L’ex paparazzo è imputato per intestazione fittizia di beni, frode fiscale e violazione delle norme patrimoniali sulle misure di prevenzione.
I titolari di diversi club e discoteche avevano puntato il dito contro Corona, anche per presunte richieste di pagamenti in nero: un’accusa, questa, rispedita al mittente dall’entourage del fotografo, che ha poi dichiarato di aver regolarizzato la propria posizione davanti al Fisco.
Chi invece non ha scelto di imboccare la strada giudiziaria nei confronti di Corona sono i gestori del Macaia, disco-club di Castions di Strada. Che lo scorso luglio avevano invitato l’ex re dei paparazzi per una serata-evento in Friuli.
«Avevamo pattuito un acconto di mille euro, regolarmente fatturati e pagati con congruo anticipo attraverso un bonifico – spiegano dallo staff –. Poi, a poche ore dall’evento, ci ha comunicato che non aveva ottenuto i permessi per lasciare la Lombardia, dove aveva obbligo di dimora». Uno smacco, per gli animatori del Macaia.
«Lì per lì ci sono rimasto male e mi sono anche arrabbiato con lui e con il suo entourage – spiega uno dei titolari del disco-bar di Castions –. Abbiamo pensato anche di rivalerci in qualche maniera, anche perché per noi l’assenza di Corona poteva potenzialmente costituire un danno d’immagine ed economico.
Nello staff di Fabrizio però abbiamo riscontrato la disponibilità a trovare una soluzione che potesse accontentare entrambi e così ci hanno mandato le Donatella: la serata è andata comunque bene e, considerate le vicissitudini di Fabrizio, non ce la siamo sentiti di girare il coltello nella piaga. Del resto è il rischio d’impresa: con questi personaggi l’imprevisto è dietro l’angolo».
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