Coronavirus, a che punto siamo con l'epidemia in Fvg: in una settimana più di 4 mila casi (il 30% in più)

UDINE. È stata una settimana particolarmente difficile quella appena andata in archivio per il Friuli Venezia Giulia nella lotta alla pandemia.
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Perché se è vero che i numeri di ieri – 675 nuovi casi di cui 109 frutto di contagi pregressi e non contabilizzati – regalano una mini boccata d’ossigeno dopo tre giorni di fila da oltre mille positività, è altrettanto vero che i dati dell’intera settimana sono in netto peggioramento, soprattutto se raffrontati con quelli dei sette giorni precedenti che, lo ricordiamo, sono stati presi a riferimento dal Governo per lasciare il Friuli Venezia Giulia in area arancione.
Domenica scorsa la regione aveva accumulato, rispetto alla settimana precedente, 4 mila 209 nuovi casi di Covid, pari a un balzo in avanti del 28,57% con l’ex provincia di Udine in particolare difficoltà in considerazione dei suoi mille 788 contagi in più.
Questa settimana, però, il balzo è stato ancora più netto. Complessivamente, infatti, il Friuli Venezia Giulia ha accumulato 5 mila 721 nuove positività pari a una crescita del 30,12%. Anche in questo caso, inoltre, è Udine il territorio maggiormente in affanno con ben 2 mila 831 casi in più – praticamente la metà del totale – e un aumento percentuale rispetto a domenica scorsa del 37,27%. Peggio, in questo caso, ha fatto soltanto Gorizia che tuttavia registra numeri molto più bassi con una crescita di 831 unità, cioè del 38,17%.
Non tanto a livello di Terapie intensive – per quanto la crescita sia stata di 13 pazienti mentre la settimana precedente erano addirittura diminuite di due unità –, quanto di presenze negli altri reparti. Domenica scorsa, nel dettaglio, questi erano a quota 401 – peraltro in aumento di 100 persone –, mentre ieri il totale diceva 545 con un incremento, pertanto, di 144 posti letto occupati da pazienti affetti da Covid pari, in sintesi, a un delta del 35%.
Il tutto, tra l’altro, tenendo in considerazione come siamo ormai vicini al “muro” di quei 600 pazienti ricoverati in reparti non emergenziali che erano stati preventivati dalle curve di previsione in mano all’assessorato alla Salute.
Nel secondo, invece, di 44 mila 122 test effettuati – contro i 39 mila 359 del recente passato – e una media giornaliera che supera abbondantemente i 6 mila tamponi quotidiani.
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