Coronavirus, casi settimanali in calo e il Fvg vede la zona gialla. Fedriga: «Ma possibili ulteriori strette»

Il governatore Fedriga e il vice Riccardi
Il governatore Fedriga e il vice Riccardi

UDINE. La curva dei contagi si abbassa, in Friuli Venezia Giulia, e così, anche se la situazione negli ospedali resta pesante per quanto ancora gestibile, la regione “vede” il ritorno in zona gialla dopo quasi tre settimane di purgatorio in fascia arancione.

Le cifre, presentate da Massimiliano Fedriga e Riccardo Riccardi, descrivono una sensibile contrazione del numero dei nuovi positivi nella settimana che si è appena conclusa con il Friuli Venezia Giulia che dunque dovrebbe rientrare nell’elenco di quei territori che, da venerdì 4 dicembre in poi, potranno vedere tornare all’operatività, ad esempio, bar e ristoranti fino alle 18 così come potrebbe materializzarsi il via libera agli spostamenti in tutto il territorio regionale senza autocertificazione.

Attenzione, però, perché la giunta non vuole che il possibile abbandono della zona arancione si trasformi in una sorta di liberi tutti, e Fedriga pensa, appunto, a un’ordinanza regionale – sul modello di quella varata e poi ritirata il giorno prima del declassamento da parte del Governo –, in modo tale da creare una sorta di zona gialla plus valida soltanto per il Friuli Venezia Giulia.

I numeri della settimana

Dopo una manciata di giorni oggettivamente molto complicati nel conteggio dei nuovi casi di Covid, ieri è stato Fedriga a presentare il consuntivo della settimana andata in archivio domenica.

Complessivamente, stando ai dati forniti dal governatore, in Friuli Venezia Giulia si sono accumulati 4 mila 502 contagi con un totale figlio dello scorporo dei 915 casi riferiti a settimane passate e con un calo non banale se consideriamo che nei sette giorni precedenti – per quanto il calcolo non sia accuratissimo visto che anche in quel caso ci sono alcunipositivi che fanno riferimento al passato, ma non sappiamo ancora quanti – era stato pari a 5 mila 238.

«La curva è in decrescita – conferma il presidente – anche se vale la pena ricordare come il calcolo dell’Rt non si basi sul totale dei casi, bensì esclusivamente su quelli sintomatici».

Zona gialla, ordinanza e stagione sciistica

Fedriga parla di Rt perché sa bene come questo parametro – in calo costante da due settimane in Friuli Venezia Giulia con il tasso passato da 1.42 a 1.09 – sia fondamentale affinché da venerdì, quando dovrà entrare in vigore il nuovo Dpcm di Giuseppe Conte con la relativa definizione dei colori delle regioni, il nostro territorio torni a essere inserito nella fascia di rischio inferiore.

«Ipotizzo che entreremo in zona gialla – ha spiegato il governatore –, ma allo stesso non escludo di poter applicare alcune misure, come l’obbligo di consumazione seduti, necessari a evitare che la curva del contagio possa risalire.

Voglio essere chiaro con tutti: tornare in zona gialla non si tradurrà in una sorta di liberi tutti, ma, anzi, servirà ancora maggiore attenzione da parte di ognuno di noi a rispettare le regole per evitare che la situazione peggiori nuovamente visto che le occasioni di aggregazione si moltiplicheranno».

Diverso, invece, il discorso sulla stagione sciistica perché se è vero che gli assessori al Turismo delle Regioni del Nord – tra cui pertanto anche Sergio Bini – hanno depositato una sorta di appello comune al Governo in cui si chiede, in sintesi, la possibilità di fare acquistare gli skipass soltanto ai possessori di seconde case e a chi presenta una regolare prenotazione alberghiera, Fedriga sul tema pare più cauto.

«Ci preoccupa molto la situazione delle località turistiche della montagna – sostiene il presidente –. Se dobbiamo contenere il virus, e siamo tutti d’accordo delle necessità di farlo, o troviamo un accordo a livello europeo, oppure diventa tutto difficile.

E personalmente penso che ci possano essere soltanto due soluzioni: una chiusura di tutti gli impianti europei oppure, ma questa è una decisione che può prendere soltanto il Governo, la quarantena obbligatoria per chi dovesse rientrare dall’estero».

Perché il timore, come conferma Riccardi, non è soltanto quello di perdere fette di mercato, ma anche di attrarre una sorta di contagio di ritorno da parte di chi, magari, contrae il virus fuori dai confini nazionali e poi lo trascina in Friuli Venezia Giulia.

«Numeri e grafici ci dicono – spiega il vicepresidente – che quest’estate, nel momento in cui noi a giugno affrontavamo un contagio di fatto spento, abbiamo registrato un numero considerevole di casi di importazione dall’estero.

Un fenomeno che ha portato, poi, alla riaccensione del virus, specialmente nelle settimane a cavallo tra la fine di luglio e la metà di agosto, secondo un andamento che poi è cresciuto e si è moltiplicato tra la popolazione residente. È un elemento, questo, da tenere sotto controllo in vista del Natale e in particolare considerando la situazione di regioni di confine come la nostra».

Test salivari e covid-hotel

Sul fronte dei passi in avanti compiuti dalle realtà scientifiche del territorio nel contrasto al Covid, quindi, Fedriga ha voluto ricordare, non senza orgoglio, il “Protocollo Trieste” adottato all’ospedale di Cattinara che prevede l’utilizzo del cortisone, poi autorizzato anche dall’Oms, e quello dell’uso di un farmaco antiparassitario, privo di effetti collaterali, che potrebbe fungere da profilassi anti-coronavirus.

Lo studio, guidato dal professor Marco Confalonieri, è portato avanti dall’ateneo giuliano, sta iniziando il suo percorso di sperimentazione e verrà testato su gruppi di soggetti più fragili nelle case di riposo. Fedriga, poi, ha illustrato il lavoro compiuto dalla Biofarma di Germano Scarpa, testato nei laboratori dell’AsuFc, per il prelievo dell’Rna del virus (come il classico tampone) direttamente attraverso la saliva.

«Questo – ha detto Fedriga – rappresenterebbe una svolta che ci consentirebbe di saltare la fase invasiva del test che attualmente prevede l’impiego del personale sanitario». A tal riguardo il presidente ha sottolineato che una prima sperimentazione, guidata dal professor Francesco Curcio dell’ospedale di Udine, applicata su 95 positivi ha registrato un allineamento dell’esito al 100%, con margini di precisione ancora maggiori rispetto all’attuale sistema.

L’uso di questo test, inoltre, viene sperimentato nello screening in corso a Paularo. Riccardi, infine, ha presentato anche l’elenco dei Covid-hotel in Friuli Venezia Giulia. A Pordenone il sito scelto – da 20 posti letto – sarà il Best Western, a Udine – da 30 posti – è, come noto, il Continental, mentre a Trieste si parla di una specie di Ati formata – per 50 posti letto – da hotel Italia, Columbia e Theresia.

Per quanto riguarda gli alberghi sanitari, cioè le strutture destinate ai positivi a bassa intensità, a Pordenone la gara è andata al momento deserta, a Trieste – per un totale di 25 posti letto – si è scelto il Parco-Hotel di Muggia, mentre a Udine la struttura da 24 posti sarà ospitata a Castellerio nel seminario della diocesi di Udine dove ieri è già entrato il primo contagiato. —


 

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