Coronavirus, il Friuli cerca gli immuni e i portatori sani del virus

L’ateneo di Udine valida il test. Il patologo Pucillo: serve per ripartire in sicurezza
26/03/2020 Amsterdam. Test drive-thru presso la sede AMC dell'ospedale, per lo screening di controllo dell'epidemia da coronavirus. *** Local Caption *** 00952193
26/03/2020 Amsterdam. Test drive-thru presso la sede AMC dell'ospedale, per lo screening di controllo dell'epidemia da coronavirus. *** Local Caption *** 00952193

UDINE. Anche in Friuli Venezia Giulia si cercano le persone immuni da coronavirus. L’indagine di sieroprevalenza nazionale sta per partire a Udine. Il Comitato scientifico che supporta la raccolta fondi voluta dall’imprenditore Antoniomaria Bardelli, dal commercialista Gianattilio Usoni e dall’ateneo friulano, ha finalizzato il progetto alla ricerca delle persone immuni: l’obiettivo è capire se chi ha contratto il virus ha sviluppato l’immunità.

«Sarebbe una grande necessità che permetterebbe di comprendere chi è entrato o meno in contatto con il Sars-Covid-2 e di iniziare a intraprendere le strategie che possano permettere di ripartire in sicurezza» spiega il professor Carlo Pucillo, docente di Patologia generale all’ateneo friulano, nel precisare che «il sistema immunitario sviluppa una risposta nei confronti di ciò che è estraneo all’organismo, producendo anche una varietà di anticorpi diretti verso differenti regioni “dell’invasore” che risultano strutturalmente differenti rispetto all’ospite.

Si studia un’alternativa ai tamponi La ricerca di anticorpi nel sangue

Lo studio degli anticorpi ci permette di identificare chi è stato esposto o meno, in questo caso, al Sars-Covid-2, ma non ci consente immediatamente di dire se quegli stessi anticorpi siano o meno protettivi». Gli studiosi friulani seguono la stessa direzione del Comitato scientifico della Protezione civile nazionale per «stabilire chi è realmente protetto».

Emblematico il caso del morbillo: chi ha avuto la patologia sviluppa gli anticorpi ed è immune per sempre. «Oggi – conferma Pucillo – sappiamo che chi contrae il morbillo o si vaccina non si ammalerà più di morbillo, ma non sappiamo se una persona che è stata esposta a Covid-19 non lo sarà più».

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People and health workers wear protective face masks outside the hospital in Padua, Veneto region, northern Italy, 22 February 2020. A second person in Italy has died after being infected with the coronavirus. The death of a woman in the northern region of Lombardy follows that of a 78-year-old man who died on Friday. The new wave of cases in Italy's northern regions have triggered shut-downs of shops, offices and community centres. ANSA/NICOLA FOSSELLA

Capirlo è fondamentale perché «alcuni anticorpi non hanno durata illimitata. Non conosciamo abbastanza del coronavirus – ribadisce il professore – per essere sicuri della protezione che il singolo individuo può avere». Arrivare a validare un test che consenta di stabilire se una persona è o meno immune per sempre al coronavirus,

consente di programmare meglio l’ingresso al lavoro. Non a caso il comitato scientifico della raccolta fondi sta coinvolgendo nel progetto alcune aziende per sperimentare il test tra i lavoratori. L’obiettivo è validare il test prima possibile, come sta facendo la Regione Veneto impegnata in un progetto analogo con le università di Padova e Verona.

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Il test è semplice da fare: «Prendo il sangue di chi è stato esposto – spiega Pucillo – e valuto in vitro se ha sviluppato gli anticorpi, se è protetto o meno. Può anche darsi che chi ha sviluppato la Covid-19 sia protetto per tutta la vita o per qualche anno».

Lo studio della distribuzione nella popolazione definisce quante persone sono state esposte, l’incidenza di mortalità (rapporto tra il numero di morti sul totale della popolazione media presente nello stesso periodo di osservazione e non sul numero di malati) e di letalità (rapporto tra morti per una malattia e il numero totale di soggetti affetti dalla stessa malattia).

Rispetto al tampone «che consente di sapere solo quando il virus è presente nell’individuo, l’anticorpo è l’impronta che il virus lascia nell’organismo permettendogli di ricordarsi del virus se lo incontrerà di nuovo». Il test sierologico consente di individuare i portatori sani del virus, quelli che inconsapevolmente contagiano altre persone.

Questi studi aggiungono nuovi livelli di conoscenza per arrivare al vaccino. Inoltre, lo studio, grazie alla partecipazione del professor Gianluca Tell, uno dei massimi esperti mondiali di riparo delle mutazioni in cellule eucariotiche, consente di capire se il virus ha o meno una sua capacità di utilizzare i sistemi di riparo delle cellule per mutare e in parte ingannare i sistemi di difesa dell’organismo.

Questo permetterebbe di migliorare la comprensione della biologia del virus e sviluppare vaccini che possano tener conto di questa eventuale evoluzione del virus.

Molte aziende sono già al lavoro per sviluppare un vaccino che possa permettere una protezione nei confronti del Sars-Covid-2, ma i tempi non saranno brevi. «Una volta sviluppato il vaccino si effettuano gli esperimenti sui topi prima di passare alla valutazione in soggetti sani» sottolinea il professore non senza evidenziare che «l’Italia, sull’utilizzo degli animali in laboratorio, prevede una procedura molto complicata che limita le possibilità di ricerca».

Pucillo non si sbilancia sulla tempistica neppure per la validazione del test sierologico: «Nella prima fase valuteremo lo stato di immunizzazione, la seconda ci servirà per capire chi sviluppa l’immunità e la terza per trovare i biomarcatori che ci permetteranno di definire un percorso terapeutico. Il professore vuole essere chiaro su un punto: «Non ci sono untori, chi prende il coronavirus non è andato a cercarlo».

Le nuove positività che continuano ad emergere nonostante le restrizioni, sono conseguenti ai contatti avvenuti 14 giorni fa. La ricerca è parte integrante della raccolta fondi “Proteggiamo chi ci protegge” alla quale si può contribuire con bonifico bancario IBAN: IT 58J 05336 12304 000035734961, BIC: BPPNIT2P601, intestato alla Nicopeja onlus o su GoFundMe, gf.me/u/xrxnhu. —

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