Coronavirus in Friuli Venezia Giulia, ecco chi sono le ultime vittime in provincia di Udine e di Pordenone

Leggero aumento del numero dei contagiati, ieri, nella giornata che in Friuli Venezia Giulia, dal punto di vista dei numeri della pandemia, segna un crollo delle ospedalizzazioni con i posti letto occupati nei reparti di Terapia intensiva che scendono sotto il 50% del totale di quelli a disposizione in regione (50 su 102).
Nove nuovi decessi, quindi, tutti tra Trieste e Udine, per un totale di 145 persone morte con coronavirus da inizio crisi.Partendo dal dato relativo ai contagiati, questo dice che dopo gli 80 casi in più di venerdì, ieri ne sono stati certificati, nei vari laboratori del Friuli Venezia Giulia, 107 - con una crescita quindi del 5,7% contro il 4,2% di due giorni fa - per un totale dal 29 febbraio, data in cui in regione è stato registrato il primo caso di positività, pari a mille 986. I numeri più pesanti, in questo senso, si manifestano a Udine - dove molto probabilmente ila cifra è legata anche al maggior numero di tamponi effettuato in questi giorni, grazie alla nuova metodologia scoperta al Santa Maria della Misericordia e conteggiato anche ieri - con 754 casi (+73 rispetto a venerdì), seguito da Trieste con 651 (+22), Pordenone con 461 (+9) e Gorizia con 115 (+4).Tornano a crescere, inoltre, i decessi in Friuli Venezia Giulia che passano dai 7 di venerdì ai 9 di ieri per un totale di 145. A pagare il conto più duro, sono stati i territori di Trieste e Udine.
CORONAVIRUS, I DATI
Nel capoluogo regionale, nel dettaglio, si sono registrati 4 decessi, per un totale di 78 persone morte da inizio pandemia, mentre a Udine gli altri 5 di giornata - tra cui una donna di 89 anni di Tavagnacco - e un totale di 46 pazienti scomparsi da fine febbraio. Nessun nuovo morto, invece, né a Pordenone, dove il totale dice 19, né a Gorizia, territorio in cui si contano "soltanto" 2 decessi in questo poco più di mese di emergenza.Le notizie davvero positive, però, arrivano invece dalle ospedalizzazioni dove mai prima d'ora si era materializzato un calo dei numeri così consistenti.
Sacile. Sacile piange la sua terza vittima, la ventunesima in provincia, a causa del virus Covid-19: ieri mattina si è spenta all'ospedale di Pordenone Renata Dan. Aveva 76 anni. Era ricoverata da circa due settimane e lascia, come reso noto nell'epigrafe dalla famiglia, il marito Ezio, da poco dimesso dal Santa Maria degli Angeli, dove era stato ricoverato a sua volta per contagio da coronavirus (ora è in quarantena a casa), le figlie Renza e Giuseppina, i parenti e tanti amici, specie lungo Strada per Fratta a Cornadella.«Esprimo il cordoglio della comunità e della mia amministrazione alla famiglia che vive questa tragedia - ha detto il sindaco Carlo Spagnol -. Continuiamo uniti la lotta contro la pandemia facendo la massima attenzione: stiamo tutti in casa per evitare altri contagi da coronavirus.
«La mia mamma - è stato il ricordo della figlia Renza - sarà per sempre nel mio cuore». L'altra figlia, Giuseppina, abita in Messico, a Playa del Carmen, dove gestisce un ristorante con il marito.Ieri in Strada per Fratta alcuni amici discutevano della possibilità che Renata ed Ezio potessero essere stati contagiati da conoscenti che frequentavano il circolo in cui si giocava a carte a Fratta di Caneva, locale già chiuso per scelta autonoma ai primi segnali di diffusione del virus in Veneto. Impossibile, però, avere in tal senso certezze.«Sono stati attivati tutti i protocolli per rintracciare le persone che sarebbero entrate in contatto con le vittime - ha precisato in proposito Spagnol -. Le famiglie vivono un calvario e siamo vicini a loro».
«Quanto mi dispiace è difficile da esprimere - ha detto l'ex parlamentare Isidoro Gottardo -. Conoscevo da sempre Renata, una gran brava persona». Le condoglianze sono arrivate anche da Janete e David Bessega: «Renata era una donna di vero cuore e con l'animo brillante - ha ricordato addolorata Janete -. Con David siamo molto amici da tanti anni della famiglia della Dan: resterà indimenticabile per la sua generosità e simpatia».
Tavagnacco. Dentro la stanza c’era Dea che, non appena li ha visti, si è messa una mano sul cuore, come a mostrare, in un solo gesto, tutto l’amore che aveva per loro. All’esterno, impotenti davanti al virus che se la stava portando via un giorno dopo l’altro, c’erano la figlia Patrizia e il resto della famiglia. In mezzo, a tentare di smorzare quel legame, una fredda vetrata: è stato questo l’ultimo saluto che i parenti di Dea De Luca, 89 anni compiuti il 10 febbraio, di Tavagnacco, hanno vissuto, nella consapevolezza che la morte stava per prendersi l’amata mamma e nonna, venerdì pomeriggio. Qui l'articolo completo.
Coderno. Don Ercole Turoldo, 70 anni, nato a Coderno di Sedegliano, è morto di coronavirus all'ospedale Santa Maria di Misericordia di Albenga, in provincia di Savona. Cugino di secondo grado di padre David Maria Turoldo ha trascorso l'infanzia nel suo paese natale dove ieri la notizia della sua scomparsa si è diffusa rapidamente destando vasto cordoglio nel sedeglianese e in tutto il Medio Friuli.Don Ercole ha due sorelle, Anita e Bruna Turoldo, che raccontano come Don Ercole, fratello più giovane, aveva la febbre da una settimana, al termine della quale gli è stato fatto il tampone.
«Le ultime notizie lo davano in miglioramento. L'ho sentito anche quando era ricoverato, diceva che la febbre era diminuita, poi il silenzio - afferma Anita, la sorella maggiore, che lo ricorda come una persona affettuosa e discreta -. Gli ultimi tre quattro giorni si sentiva la sofferenza nella sua voce, speravamo che tutto potesse risolversi positivamente, non si pensava mai più a un epilogo così. Ci mancherà tanto - aggiunge con un nodo alla gola - è andato via a soli 11 anni ma qui conosceva tutti e tutti gli volevano bene. Alla nostra gente era molto affezionato e anche nelle comunità dove è andato: Gubbio, Bologna, Castelfranco, Roma dove è stato un periodo lungo. Quando era a Gubbio, era stato anche coinvolto nella serie televisiva del Don Matteo: nella chiesa di San Secondo la sua canonica veniva usata per le riprese».
Nel dicembre del 2019, è stata l'ultima volta che è ritornato a Coderno, in occasione della festa degli anni di nascita che finivano con il "9" dai novantenni agli ultimi nati. Come racconta l'amico Benedetto Di Lenarda, don Ercole rientrava tra loro essendo nato nel 1949. «Era contentissimo e ogni volta che veniva in paese assieme ai suoi coscritti era per tutti una grande festa», dice.Monsignor Gianni Fuccaro, parroco di Sedegliano, esprime il cordoglio suo e di tutti i fedeli, in particolare coloro che fanno capo alla parrocchia di San Filippo e Giacomo, rinnovando la stima e l'affetto per il sacerdote scomparso e invita tutti i compaesani a unirsi, ognuno nella propria abitazione, come previsto dal decreto Conte, nella preghiera del rosario rivolta a don Ercole
San Giorgio di Nogaro. Salgono a sei i decessi da contagio Covid-19 alla casa di riposo Giovanni Chiabà di San Giorgio di Nogaro. Ieri in tarda serata è deceduta Rosa Zanutta vedova Codarin, 89enne di Carlino. Era risultata positiva al coronavirus una quindicina di giorni fa, ma la sua situazione si è aggravata negli ultimi giorni. Anche lei, da tempo isolata nell’apposito “reparto contagi” creato all’interno della struttura, era affetta da pluripatologie. Qui l'articolo completo.
San Vito al Tagliamento. Sabato 4 aprile, all’Hospice di San Vito al Tagliamento, dove è stato allestito nei giorni scorsi un reparto Covid 19, è deceduta Amelia Salvador vedova Pizzolitto. Aveva 94 anni.Domiciliata a San Giorgio al Tagliamento (Venezia), si era avvicinata alla famiglia, a Casarsa. Proveniva dalla Casa di riposo di San Vito al Tagliamento e, una volta trovata positiva al coronavirus, era stata ricoverata all’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone.
Sottoposta a cure, era poi sembrata migliorare ed era stata dimessa e accolta all’Hospice sanvitese.Qui, però, le sue condizioni erano via via peggiorate fino al decesso.
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