Coronavirus, la situazione in Friuli Venezia Giulia: resta alta la pressione sugli ospedali, flessione in due settimane

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UDINE. C’erano già stati i primi segnali due settimane fa, ma nel corso di questi ultimi sette giorni il trend si è consolidato e finalmente alcune curve della pandemia hanno cominciato a calare, in primis quella dei nuovi positivi rispetto al numero di tamponi eseguiti e poi – quasi una conseguenza naturale – quella del numero dei contagiati.

Ma se questi e altri valori stanno rallentando, resta in crescita un altro gruppo di indici, solitamente “in ritardo” di circa dieci-quindici giorni rispetto al numero dei nuovi positivi: si tratta dei pazienti ricoverati e di quelli che purtroppo non ce la fanno. Il numero di chi è assistito in terapia intensiva e negli altri reparti continua infatti a restare alto, così come quello delle persone decedute.

La settimana che si è chiusa ieri ha registrato 5.392 nuovi contagiati in Friuli Venezia Giulia, in calo rispetto ai 5.417 dei sette giorni precedenti e ai 5.721 della settimana che si chiuse il 22 novembre. La diminuzione è leggera, ma si sta consolidando. Lo si vede chiaramente nei grafici elaborati dal professor Vincenzo Della Mea, insegnante di Informatica medica del dipartimento di Scienze matematiche, informatiche e fisiche dell’università di Udine.

«Il 22 novembre abbiamo toccato il picco dei nuovi positivi – commenta il docente – e ora stiamo assistendo a una lenta discesa. Del resto anche a livello nazionale il trend ormai è questo da tre settimane, ma c’è una discrepanza che purtroppo sta penalizzando la nostra regione. In Italia stanno calando i ricoveri nelle terapie intensive e negli altri reparti, mentre in Friuli Venezia Giulia tutto questo non è avvenuto. La pressione sui reparti ospedalieri rimane alta. Il nostro sistema sanitario è sull’orlo del collasso. Se è probabile che nelle prossime due settimane anche gli ospedali possano trarre beneficio dalla diminuzione dei contagi, bisogna augurarci che avvicinandoci a Natale la situazione non sfugga di mano. Lo stesso presidente Fedriga ha espresso preoccupazione e dopo il ritorno in zona gialla ha introdotto alcune restrizioni su base regionale».

Ancora in crescita, come si diceva, il numero dei morti in rapporto alla popolazione: il 22 novembre questo rapporto era pari a 9,71 decessi su centomila abitanti. Il 29 novembre il dato era salito a 14,07, ieri ha toccato il nuovo massimo di 17,94 morti su centomila abitanti.Torniamo a dati più confortanti. Rimanendo sui grafici del professor Della Mea, si nota come stia calando un altro indice: quello che determina il tasso dei nuovi positivi in base ai tamponi eseguiti, ma calcolato sulla media degli ultimi dieci giorni.

Ebbene se il 23 novembre questo parametro era pari al 12,93%, il 29 novembre era sceso a 12,43%, il 2 dicembre a 11,45%, ieri a 11,11%. Un calo lento, ma progressivo.

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