Coronavirus, le misure restrittive in Fvg funzionano: in pochi giorni “risparmiati” 118 contagi

UDINE. Non sono ancora i giorni del picco. Che, secondo gli esperti, dovrebbe registrarsi nei prossimi giorni. Eppure, c’è un dato che rafforza la sensazione che sì, le misure restrittive adottate dal governo a suon di decreti, stanno dando i loro frutti.
Emerge da una ricerca elaborata dall’unità di Biostatistica, epidemiologia e salute pubblica dell’università di Padova e racconta che rispetto alla previsione numerica elaborata dai modelli matematici, in Friuli Venezia Giulia grazie alle chiusure di scuole prima, locali e tutto il resto poi, si sono “risparmiati” 118 contagi da coronavirus.
Un numero meno striminzito di quanto possa sembrare: soprattutto perché ogni caso in meno significa rinviare il momento di potenziale crisi delle strutture ospedaliere, risparmiare risorse umane ed economiche da destinare alla cura delle persone già in trattamento, avere più tempo per poter affrontare l’eventuale emergenza che potrebbe giungere con l’atteso picco dei contagi.
Lo studio messo a punto dallo staff del professor Dario Gregori, responsabile dell’unità di Biostatistica dell’ateneo patavino, è basato sui dati ufficiali dell’infezione e analizza le curve di andamento di diversi parametri legati alla diffusione del virus.
«Quello che vogliamo mettere in luce – spiega il docente – è che le restrizioni e i comportamenti rispettosi delle norme adottate portano a benefici concreti nell’obiettivo finale, che è quello di limitare la diffusione del Covid-19. In questa fase, un po’ come Godot, tutti attendono questo benedetto picco: ma è stata trascurata l’analisi delle misure già intraprese e il nostro studio punta proprio a fornire uno strumento utile in questa direzione».
I grafici cartesiani riportati sul sito della ricerca (messo a punto da Corrado Lanera, responsabile del laboratorio di intelligenza artificiale per le scienze mediche dell’università di Padova) evidenziano uno scollamento progressivo tra la linea della previsione e i punti che rappresentano i contagi reali.
In particolare, c’è stato un cambio di passo a partire dal 10 marzo, giornata in cui è diventato esecutivo il primo decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che estendeva le restrizioni a tutta Italia. In quella data si è registrato quello che gli studiosi, in gergo tecnico, chiamano “changepoint”, cioè punto di svolta: da lì in poi le due curve (quella delle previsioni e quella dei dati reali) hanno iniziato a distanziarsi sempre di più.
Così al 14 marzo – ultimo dato elaborato dallo staff del professor Gregori per il Fvg – risultavano 257 i contagi in regione, a fronte dei 363 che sarebbe stato lecito attendersi all’inizio della crisi considerate le condizioni di partenza.
Un rallentamento che ha prodotto un altro effetto importante, ovvero quello di aver “preso tempo” rispetto al picco: le misure di contenimento hanno permesso di “guadagnare” 1,6 giorni, allontanando dunque di quasi 40 ore il momento più critico della fase di emergenza.
«Questo significa dare più tempo al personale medico e infermieristico per attrezzarsi, ma anche avere ore critiche in meno e dunque più respiro», spiega ancora il coordinatore della ricerca. Il sito (https://r-ubesp.dctv. unipd.it/shiny/covid19ita/) è accessibile a tutti. —
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