Coronavirus, nove mesi di epidemia in Friuli Venezia Giulia: che cosa sappiamo del contagio e quale area soffre di più

UDINE. Raccontano questo i dati: i casi di contagio che calano, anche se in maniera non marcata; i guariti che crescono, come mai prima d'ora; il sistema di diagnostica che continua ad aumentare la propria potenza di fuoco, se è vero come è vero che in appena sette giorni sono stati somministrati quasi 50 mila tamponi (mai così tanti). I numeri dell'ultima settimana di novembre rivelano però anche una situazione critica per quanto riguarda i nuovi ricoveri, la presenza di pazienti nelle terapie intensive e i decessi, mai così numerosi da quanto il coronavirus ha sconvolto la quotidianità delle nostre esistenze.
Mettere assieme le statistiche elaborate dalla Protezione civile permette di analizzare anche la situazione nei comuni della regione, mettendo nel mirino i numeri assoluti più che gli indici di prevalenza su cui si basano (correttamente) le istituzioni per assumere le iniziative mirate al contrasto del Covid-19.
Ad esempio, Gorizia soffre più di Pordenone (più contagi, più decessi, meno guariti), Cividale ha vissuto la sua settimana più nera dall'inizio dell'emergenza - con anche mezza giunta comunale risultata positiva al tampone - e i comuni del Pordenonese che soffrono i cluster registrati all'interno delle residenze per anziani.
I capoluoghi
Secondo i dati della Protezione civile il ruolino peggiore in quanto a crescita del numero di nuovi contagi è appannaggio di Trieste, che sconta la difficile situazione delle residenze per anziani, già nel corso della prima ondata segnalatesi come vero tallone d’achille. Nel capoluogo regionale i nuovi contagi nella settimana tra il 23 e il 30 novembre sono stati 785, con 33 decessi e – questo è un dato che fa ben sperare per l’evoluzione dell’emergenza sanitaria – ben 547 casi di persone guarite dopo essersi negativizzate.
A Udine si sono registrati 422 nuovi casi di contagio da Sars-Cov-2, con 22 decessi e 380 guariti, mentre Gorizia – a fronte di un numero di abitanti nettamente inferiore a Pordenone (34 mila contro 51 mila) – sopravanza il capoluogo della Destra Tagliamento tanto per nuovi casi di contagio (57 contro 53), che per decessi (9 a 4), mentre fa segnare meno guariti (106 a 152) rispetto alla città amministrata dal sindaco Alessandro Ciriani, a sua volta risultato positivo al coronavirus.
A Manzano è risultato positivo l’assessore all’urbanistica Valmore Venturini e con lui altri 57 compaesani. Situazione sotto controllo, pur nella sua criticità, anche a San Giovanni al Natisone, dove i 53 contagi vanno in gran parte ascritti alla casa di riposo Le Camelie, che ha pianto anche sei vittime nell’ultimo mese.
A Corno di Rosazzo i nuovi contagi registrati la settimana passata sono 47, uno in più rispetto a Tavagnacco e Premariacco e due in più rispetto a Codroipo. Tra i territori comunali più colpiti anche quelli di Pradamano (42 nuovi contagi), Cervignano (40) e Pavia di Udine (36).
Nel Pordenonese
L’incremento più significativo nella Destra Tagliamento si è registrato a San Vito (43 nuovi contagi), dove pesa la situazione della casa di riposo: la struttura, che ospita 255 anziani, era rimasta indenne fino all’inizio della scorsa settimana, quando il primo caso di positività registrato aveva spinto la dirigenza a uno screening di massa, che ha evidenziato la presenza del coronavirus in ben 25 ospiti.
Analogo il motivo che segna lo scarto di Aviano (+33 nuovi contagi). Nella casa di riposo avianese sono stati registrati nei giorni scorsi 17 nuovi casi di positività: fortunatamente la quasi totalità degli anziani ospiti contagiati risulta priva di sintomi, mentre solo un uomo è stato costretto a ricorrere alle cure ospedaliere.
Tra i comuni che hanno fatto segnare l’aumento maggiore di casi di positività Maniago (31), San Giorgio della Richinvelda (26), Zoppola (24) e Casarsa (19).
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