Coronavirus, nuovo decreto dal governo: multe da 400 euro a 3000 per chi viola i divieti

La circolare della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese inviata ai prefetti spiega i limiti agli spostamenti

Il Consiglio dei ministri ha approvato le multe e sanzioni per punire chi non rispetta i divieti emanati per "evitare il contagio da coronavirus" e dunque limitare gli spostamenti dei cittadini. Il provvedimento prevede una sanzione amministrativa da euro 400 a 3000. Per i negozi che non rispettano la chiusura è prevista «la chiusura provvisoria dell’attività o dell’esercizio per una durata non superiore a 5 giorni».Con una circolare ai prefetti il capo di gabinetto della ministra Luciana Lamorgese fissa le direttive per applicare il decreto varato dal premier Giuseppe Conte sabato 21 marzo su attività aperte e spostamenti.

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Le Regioni. Il decreto legge non cancella le norme sin qui adottate con i precedenti decreti di Conte, ma le sistema in un documento unico. Quindi i divieti in vigore restano validi. Un’altra importante novità riguarda le Regioni, che nelle settimane scorse sono andate in ordine sparso contribuendo ad aumentare il caos. A quanto si legge nella versione ancora provvisoria dell’articolo 3, i presidenti possono “introdurre o sospendere l’applicazione di una o più misure” firmando ordinanze valide per sette giorni, “in relazione a specifiche situazioni di aggravamento ovvero di attenuazione del rischio sanitario”. Anche i sindaci, a certe condizioni, hanno facoltà di introdurre o sospendere alcune misure, sempre sulla base dell’evoluzone dell’epidemia.

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Gli spostamenti. In una circolare emanata in mattinata dal Viminale il prefetto Matteo Piantedosi chiarisce le regole per gli spostamenti: «Di particolare rilievo, quale ulteriore misura funzionale al contenimento del contagio introdotta dall’art. 1, comma 1, lett. b) del provvedimento in parola, è il divieto per tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati dal comune in cui attualmente si trovano.

Tali spostamenti rimangono consentiti solo per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute. La disposizione, anche tenendo conto delle esigenze recentemente emerse e che hanno condotto alcuni Presidenti di Regioni ad adottare apposite ordinanze, persegue la finalità di scongiurare spostamenti in ambito nazionale, eventualmente correlati alla sospensione delle attività produttive, che possano favorire la diffusione dell’epidemia.

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