Cosa possiamo fare a Natale e cosa sarà vietato? Cenoni, spostamenti e acquisti: le regole anti Covid da seguire durante le festività

UDINE. Le luci di Natale illuminano da giorni le vie di città e paesi. Mancano 24 giorni, la frenesia che anticipa le festività già si respira. Ma quest’anno la tradizione dovrà lasciare spazio alla precauzione. Non sarà come è sempre stato. Non ci saranno tavolate con i parenti e amici, niente messa di mezzanotte perché il coprifuoco imporrà di tornare a casa alle 22, anche a Capodanno.
Niente festeggiamenti in piazza e nemmeno a casa: si potrà invitare solo i parenti stretti, massimo sei o otto. Niente cenoni perché i ristoranti il 25 e il 26 resteranno chiusi, niente vacanze sulla neve perché gli impianti – almeno questa è l’intenzione a Roma – non verranno aperti per evitare le file davanti alle biglietterie e gli sciatori stipati nelle funivie come accaduto all’apertura della stagione invernale a Cervinia. E chi torna dall’estero dovrà stare in quarantena, in particolare per i Paesi in cui resteranno aperte le località sciistiche.
Il periodo che precede le feste, si sa, è quello che si dedica ai regali. Una “corsa” all’acquisto che non ammette assembramenti: l’orario di apertura dei negozi, infatti, potrebbe essere prorogato alle 21 proprio per consentire lo scaglionamento agli ingressi e consentire così uno shopping il più sicuro possibile. Orari differenti, quest’anno, saranno anche quelli delle messe: saranno previste funzioni tutto il giorno e l’ultima potrebbe essere alle 21 o alle 22.
Dopo il pranzo, niente film al cinema. Le sale restano chiuse. Insomma, le indicazioni che arrivano dagli esperti sono chiare. «Sarà un Natale diverso» utilizzando le parole del professore Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore della Sanità. «Dovremo dimenticarci il cenone con 20-30 familiari, le feste in piazza e i concerti. È qualcosa che quest’anno non è compatibile con i numeri dell’epidemia» ha dichiarato.
Scordiamoci, dunque, il countdown in piazza per salutare l’anno nuovo, i raduni familiari, gli auguri di Natale appena terminata la messa, ci si saluterà in videochiamta. Quest’anno, forse, nemmeno il coro potremo ascoltare. Dall’Unione europea è infatti arrivata la richiesta di vietare i canti durante le celebrazioni in chiesa per limitare al massimo il rischio di diffusione del Covid. Sarà un Natale di distanze e di regole. E di silenzi.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto