Così gli studenti reinventano il campus - LE FOTO
UDINE. Quando gli operai hanno posato la prima pietra del grande edificio che campeggia al centro del polo scientifico dei Rizzi erano convinti di costruire un carcere. Invece quell’area ha presto cambiato destinazione per diventare un campus universitario. Ma un campus cresciuto negli anni in modo “raffazzonato”, per ammissione degli addetti ai lavori, nato sulla spinta di aggregazioni successive non sempre armoniche fra loro. L’ateneo ha però trovato al suo interno le risorse per ideare una cittadella universitaria al servizio non solo dei giovani, ma di Udine e dei suoi abitanti.
Lo ha fatto attraverso 12 progetti realizzati da una cinquantina di studenti del corso di Scienze dell’architettura, in mostra da ieri e fino al 14 aprile a palazzo Morpurgo.
«Il campus dei Rizzi vive due disconnessioni, una rispetto alla città e una al suo interno», hanno spiegato gli architetti Paolo Bon e Sandro Stefanini coordinatori del progetto-concorso che ha sancito il via alla collaborazione fra l’ateneo e l’Ordine degli architetti. Progetto-concorso perché tutti i visitatori della rassegna inaugurata ieri potranno votare il lavoro preferito premiando così l’impegno degli studenti.
Dunque, dodici i progetti che puntano da un lato a riqualificare l’area dei Rizzi con percorsi ciclopedonali, illuminazione e l’abbattimento delle barriere architettoniche in un’ottica “totally green”, dall’altro a caratterizzare l’ingresso dell’ateneo, magari realizzando anche un ostello per gli studenti stranieri. Insomma, un brain storming collettivo, nato sulla scia del decimo compleanno del corso di Scienze dell’architettura. Un appuntamento pensato da Domenico Visintini, docente di Topografia, che è una festa lunga dieci mesi destinata a concludersi in piena estate.
L’inaugurazione – presa d’assalto al punto tale che molti curiosi sono rimasti fuori dalle Gallerie – segna il giro di boa nei festeggiamenti e, al tempo stesso, il via a una collaborazione a tutto tondo che include pure la città. «Ben vengano queste suggestioni in uno scambio reciproco di ricchezze fra professionisti, studenti, ateneo e amministrazione – ha detto l’assessore alla Pianificazione territoriale, Mariagrazia Santoro –, lo specchio della nuova committenza in materia di grandi opere».
Perché ad affiancare ciascun gruppo c’erano dodici professionisti: Amerigo Cherici, Giulia Commessatti, Adriano Conti, Ezio Cragnolini, Simonetta Daffarra, Giorgio Dri, Tommaso Michieli, Paolo Galante, Ramon Pascolat, Paolo Piccinin, Carlo Perraro e Stefano Sabbadini. «Il nostro intento – ha spiegato il presidente dell’Ordine degli architetti, Bernardino Pittino – è educare i ragazzi a partecipare ai concorsi coinvolgendoli in prima persona nella vita della città».
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