Cospalat, torna in libertà la consulente
UDINE. Anche la consulente esterna di Cospalat, Paola Binutti, indagata nell’ambito dell’inchiesta sul latte contaminato da aflatossine, si è vista revocare gli arresti domiciliari. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Udine, Roberto Venditti ha infatti revocato il precedente provvedimento cautelare disponendo soltanto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per la Binutti, 45 anni di Attimis, socio accomandatario della “Il laboratorio sas” di Udine.
La donna si trovava ai domiciliari dallo scorso 20 giugno quando è scattato il blitz dei carabinieri del Nas che hanno effettuato una raffica di perquisizioni e sequestri con l’intendo di ricostruire tutto il “traffico” del latte tossico. Traffico di cui la Binutti, di fronte al pubblico ministero, Marco Panzeri, ha affermato di non sapere nulla. La consulente esterna, assistita dall’avvocato Consuelo Fabbro, nel corso di un interrogatorio fiume ha infatti ripercorso tutta l’attività svolta per il consorzio Cospalat. «Abbiamo chiarito i fatti - precisa il legale - evidenziando il ruolo svolto dalla mia assistita che come consulente seguiva un particolare progetto legato alla qualità dei prodotti. Ma i parametri che rientravano a far parte di quel progetto non comprendevano l’aflatossina, quanto piuttosto le cellule somatiche, la carica batterica e altre caratteristiche». Non è escluso che, nei prossimi giorni, l’avvocato Fabbro presenti un’istanza di revoca anche per l’obbligo di presentazione. Di sicuro il legale intende portare avanti una serie di indagini difensive finalizzate a far emergere il ruolo e le relative responsabilità della Binetti.
Oggi intanto sarà ascoltato nuovamente dal pubblico ministero Panzeri l’autista dipendente del Consorzio, Dragan Stepanovic, che nel suo primo interrogatorio aveva sostenuto di avere semplicemente «seguito le indicazioni ricevute dal presidente», senza essere a conoscenza degli aspetti più tecnici relativi alle proprietà del latte ritirato dagli allevatori. La Procura ha ipotizzato per tutti gli indagati (compreso Stepanovic, che è assistito dall’avvocato Massimo Zanetti), i reati di associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio, adulterazione di alimenti e commercio di sostanze nocive.
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