Costa Concordia sarà raddrizzata con 4 piattaforme della Cimolai
TRIESTE. Se “Costa Concordia” riuscirà finalmente a essere raddrizzata e a prepararsi gradualmente al trasferimento verso Piombino, lo dovrà anche alla collaborazione prestata dalle piattaforme costruite da Cimolai nello stabilimento di Porto Nogaro.
Ormai la banchina del sito friulano è diventata un terminal dedicato a spedizioni eccezionali: infatti, in attesa che decolli la “missione Panama” a metà maggio, nei prossimi giorni, a cavallo tra martedì 30 aprile e i primi di maggio, partirà da Porto Nogaro con apposita chiatta l’ultima delle quattro piattaforme ordinate alla Cimolai, piattaforme che saranno sistemate sotto la nave da crociera, inclinatasi su un lato in occasione del tragico incidente occorsole nel gennaio 2012.
Riepiloghiamo allora cifre e passaggi di questa operazione. Nell’ambito del “Costa Concordia Wreck Removal”, alla fine del luglio 2012 il gruppo pordenonese si è aggiudicato un contratto per la fornitura di una parte di quelle che tecnicamente si definiscono “strutture provvisionali”.
Si tratta di 4 piattaforme su 6 (le altre due sono fabbricate da Rosetti Marino a Ravenna), grandi parallelepipedi il cui peso complessivo è di 3mila tonnellate e il cui valore è di circa 12 milioni di euro. Tre di queste strutture sono state assemblate nel cantiere della “Gas&Heat”, situato sul Canale dei Navicelli, non lontano da Livorno, previo trasporto terrestre dei materiali utilizzati.
La quarta, ultima e più grande piattaforma, dal peso di circa mille tonnellate e dalle misure 50x35x20 mt, è stata invece preparata a Porto Nogaro e da qui verrà spostata verso l’Isola del Giglio con una “crociera” che durerà tra i 10 e i 15 giorni. Oltre a queste 4 piattaforme, Cimolai ha prodotto per l’operazione “Costa Concordia” 18 pali di fondazione, alcuni dei quali raggiungono la lunghezza di 40 metri.
Si diceva del posizionamento delle 6 piattaforme: sono già al loro posto le numero 5,6,4,1; mancano la 2 (a cura della ravennate Rosetti) e la 3, che è quella in procinto di circumnavigare la Penisola partendo dall’Adriatico settentrionale per raggiungere il medio Tirreno.
Nel quadro del progetto di recupero messo a punto dal consorzio Titan-Micoperi, le piattaforme, installate sui fondali, saranno la base d’appoggio per la nave onde evitarne lo sprofondamento, una volta che il relitto sarà riportato in galleggiamento. Sul fianco della “Concordia” saranno poi sistemati cassoni di galleggiamento, costruiti da Fincantieri: una decina di giorni si è provveduto a montare il primo “sponson” sulla parte emersa della nave.
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