Covid, Speranza in Parlamento sul dpcm: “Alziamo il livello di guardia, serve un ultimo sforzo”

La conferma di tutte le misure anticontagio finora previste, l'introduzione dell'obbligo delle mascherine all'aperto e la proroga dello stato d'emergenza al 31 gennaio; per ora nessuna nuova stretta alle attività: questo è il nuovo dpcm che sarà presentato a breve in Parlamento dal ministro della Salute Roberto Speranza. «Considero ogni passaggio parlamentare un’occasione unica rispetto a vicenda epidemiologica in costante evoluzione. Ogni momento di dialettica è un bene per la nostra democrazia».
Dopo la breve introduzione, il ministro della salute Speranza ha poi offerto alcuni dati sullo scenario attuale e futuro. «Partiamo dai numeri per le valutazioni: è sotto gli occhi di tutti che il quadro europeo e mondiale sta subendo una mutazione importante. I dati internazionali ce lo dicono, il numero dei contagiati ha superato i 35 milioni, i decessi hanno superato quota 1 milione di persone. Sono dati assolutamente rilevanti». Il centro di controllo internazionale delle malattie ci offre indicazioni sulle incidenze del virus nei Paesi Europei ed è, questa, la prima fotografia in Europa sulla quale anche l’Italia deve basarsi. E infatti Speranza sottolinea come «la Spagna è il paese con maggiore difficoltà, seguita da Francia, Belgio, Regno Unito, mentre da noi l’incidenza sui contagi è notevolmente più bassa rispetto agli altri Paesi Europei. Nei Paesi che ho elencato c’è un cambio di marcia, si ripristinano misure restrittive. La tendenza è molto chiara. Riguarda tutti i Paesi Europei. L’Italia sta meglio, assieme alla Germania è tra i grandi Paesi che sta reagendo meglio ma non dobbiamo farci alcuna illusione. Sarebbe sbagliato immaginare di esserne fuori in base a questo scenario. Guardiamo i vicini, guardiamo la Francia con 17 mila contagi in un giorno. Sarebbe un azzardo pensare di allentare la morsa».
Ancora Speranza, sull’incremento dei casi in Italia: «C’è una fase di peggioramento oggettivo. In Italia, da nove settimane si va verso una tendenza di crescita di questi numeri: è un elemento di partenza. La grande novità rispetto alle giornate difficilissime di febbraio, marzo e aprile, però, è che mentre all’epoca il virus aveva colpito alcune Regioni in particolare, ora non c’è più una dinamica di territorialità. La sieroprevalenza in Lombardia a luglio era al 7%, altrove sotto l’1%. Ora non è più così: la crescita è diffusa e generalizzata. Tocca tutti i territori. Nessuna realtà è fuori dai rischi. Serve massima attenzione. Ci sarà bisogno, nelle prossime ore, della massima condivisione tra Stato e Regioni».
Nei rapporti con le Regioni
Il livello di coordinamento con i governatori è ora molto più forte ha sottolineato il ministro mentre riferiva in Parlamento. L’Italia ha un piccolo vantaggio rispetto agli altri Paesi Europei «ma questo vantaggio non può essere vanificato, perché rappresenta i sacrifici degli italiani nei mesi difficili che ci hanno permesso di piegare la curva. Negli altri Paesi del mondo ci guardano, guardano ai nostri risultati». Poi Speranza sottolinea l’importanza di chi lavora nella sanità per i risultati fin qui ottenuti. «Ma non sono risultati acquisiti, per questo bisogna continuare sulla linea della prudenza».
La continuità
Serve continuità rispetto allo stato di emergenza fino al 31 gennaio. «L’emergenza non è finita. E’ la verità con la quale dobbiamo fare i conti». Speranza sottolinea «la specificità dell’epidemia, che è diversa da un’alluvione o un terremoto. Qui siamo di fronte a una inedita realtà, dinamica e che si protrae nel tempo».
Il dpcm
Bisogna continuare sulla linea della prudenza, per Speranza. Il dpcm in scadenza domani «proveremo a confermare misure essenziali che fin qui ci hanno permesso di gestire la fase di convivenza con l’epidemia». Si parte da un primo rafforzamento per il contrasto di risalita dei contagi. Tre regole come asse portante: l’utilizzo corretto delle mascherine «strumento essenziale per contrastare la diffusione del Covid». Obbligo anche all’aperto delle mascherine «perché serve uno sforzo in più. I dati delle diffusione del contagio avviene dentro relazioni amicali e famigliari». Per questo «quando si ha a che fare con persone non del nucleo famigliare bisogna indossare la mascherina anche all’aperto. Serve come elemento di protezioni».
Il distanziamento sociale
Divieti di assembramento. «E’ una norma già vigente, ma la rendiamo più stretta possibile. Gli assembramenti sono un rischio reale che non possiamo permetterci». Il terzo punto è legato alle norme igieniche: il lavaggio delle mani.
In questo momento in Italia 58 mila persone che hanno contratto il virus, ad agosto poco più di 12 mila. Ora le persone 3877 quelle ricoverate, in terapia intensiva sono 323: «Numeri ad oggi sostenibili per il nostro servizio sanitario nazionale, che ha già dimostrato la sua forza».
L’età media aumenta
Ad aprile l’età media sfiorava i 70 anni, oggi è di 41 anni. «Una persona più giovane – spiega Speranza – può contrastare più facilmente il virus, ma ad agosto l’età media era 31 anni. Quindi si sta alzando. Non dobbiamo sottovalutare questo impennata. Bisogna stare attenti al contagio infra famigliare».
Le scuole
«Riaprile è stata una scelta giustissima». Il contagio nelle scuole è basso, come la stessa ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha sottolineato. «I casi ci sono – dice Speranza – è evidente, ci saranno ancora nelle prossime settimane ma i protocolli che abbiamo individuato con le Regioni sono solidi e se applicati con rigore possono permetterci di gestire la situazione scuola».
La capacità di testing
Superati i 120 mila test al giorno. «Oltre ai test molecolari classici – spiega Speranza – abbiamo utilizzato dal 13 agosto i test antigenici rapidi negli aeroporti. Lo estenderemo anche fuori». Verranno implementati i testing. Poi utilizzo dei test salivari: meno invasivi. «Ci mettono nelle condizioni di un migliore utilizzo».
Il vaccino
«Italia in prima fila. Saremo tra i primi a chiudere contratti per assicurare un vaccino efficace e sicuro. Se ne parla di meno, ma un lavoro importante sta andando avanti sul piano delle cure. Ad esempio quelle molecolari, l’Italia è in prima fila» dice Speranza. Ma c’è bisogno di tempo: «Ci sono ancora mesi davanti a noi. Il vaccino arriverà, ma servono mesi di resistenza»
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