Crac CoopCa, la liquidazione degli ex soci: 600 mila euro restano senza padrone
UDINE. Crac CoopCa, sono partiti in questi giorni i bonifici a favore dei creditori chirografari disposti dal liquidatore, la dottoressa Paola Cella. Si tratta della settima tranche di rimborsi, ma la prima che riguarda direttamente anche gli oltre 2 mila ex soci. Le precedenti somme, derivate dalla vendita dei beni della cooperativa fallita qualche anno fa, erano state destinate ai creditori privilegiati. Si tratta di 2,8 milioni di euro (un terzo ai fornitori e una piccola parte a una banca), che saranno suddivisi tra chi ne ha diritto, appunto anche agli ex soci prestatori, coloro che in seguito al fallimento avevano perso tutti i loro risparmi, che credevano al sicuro.
Ma la curiosità è che ben 600 mila euro di pagamenti su un totale di 2,8 milioni, più del 20% del totale, non sono stati effettuati perchè i destinatari non hanno inviato al liquidatore le coordinate bancarie o ne hanno inviate di errate o non conformi. Addirittura alcuni bonifici, già disposti, sono tornati indietro perchè gli Iban erano sbagliati o quei conti correnti indicati dai creditori non erano più attivi. Insomma un vero e proprio pasticcio, che complica i tempi e le modalità dei risarcimenti. «Chi non dovesse ricevere nei prossimi giorni il bonifico - spiega la commissaria liquidatrice Paola Cella - potrà scrivere una e-mail al mio indirizzo paola.cella@studiocrs.it oppure alla Pec, la posta certificata, del concordato. Non sappiamo quanti aventi diritto non hanno inviato il loro Iban, sono comunque parecchi, visto che la cifra ancora non reclamata è importante».
In futuro ci sarà un altro riparto di denaro da suddividere tra i risparmiatori, ma al momento non è possibile prevedere la tempistica, nè quanti soldi saranno disponibili. Molto dipenderà dalla vendita di quattro immobili, le cui precedenti aste sono andate deserte. Tre di essi, a Vittorio Veneto, Buja e Oderzo, andranno al miglior offerente il 28 settembre, mentre per un quarto, quello di Tolmezzo, il complesso Chelonia, è necessaria una stima del valore su una parte non ancora aggiudicata. L’ultima strada per raggranellare fondi da distribuire agli aventi diritto è quella delle azioni giudiziarie.
I processi sono in corso, ma gli ex soci temono che possa arrivare, prima delle sentenze definitive, la prescrizione e che comunque sarà molto difficile intaccare i patrimoni personali dei responsabili del crac che ha mandato gambe all’aria una vera e propria istituzione secolare della cooperazione in montagna. Sono 95 le parti civili ammesse dal Gup del tribunale di Udine per il crac CoopCa che vede imputati 16 ex amministratori. A tre anni e mezzo dall’esposto dal quale ebbe inizio l’inchiesta, il giudice ha respinto le richieste di esclusione delle parti civili presentate dalle difese che avevano eccepito profili di inammissibilità o infondatezza sulle singole domande risarcitorie. Si tornerà in aula il 5 ottobre, A dare una mano agli ex di CoopCa è stata comunque Coop Alleanza 3.0 che ha restituito, in più tranche, il 50 per cento dei soldi andati in fumo.
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