Crac Coopca: rimborsati i soci prestatori, ma addio a 48 milioni di crediti

Erogata la prima tranche. Il piano di liquidazione, però, beffa fornitori e azionisti

UDINE. Conclusa la prima parte di donazioni di Coop Alleanza 3.0 ai soci CoopCa: in tutto, nel 2016, grazie all’iniziativa solidale stanziata dalla cooperativa di consumatori, 2 mila 622 persone hanno ricevuto fondi per quasi 7,4 milioni di euro.

Complessivamente - con tre diversi interventi fino al 2018 - sarà stanziato il 50 per cento dei crediti dei soci prestatori della cooperativa carnica in concordato preventivo, per un valore di 13,5 milioni.

«Un sostegno che rappresenta un esempio significativo ed efficace di solidarietà e mutualità fra cooperative, coerente con i principi e lo stesso Statuto di Coop Alleanza 3.0 - ha sottolineato il presidente, Adriano Turrini, ieri durante la conferenza stampa in Legacoop -. E che conferma anche la vicinanza al Friuli Venezia Giulia, una terra di storica tradizione cooperativa: in regione, Coop Alleanza 3.0 conta oltre 162 mila soci, opera con 50 punti vendita e dà lavoro a quasi mille 300 persone».

All’appello lanciato lo scorso anno da Coop Alleanza 3.0 per beneficiare dell’iniziativa di solidarietà hanno risposto 2 mila 622 persone su 3 mila 226 soci prestatori di CoopCa (604 creditori non si sono presentati e complessivamente il loro credito ammonta a 70 mila euro).

Le donazioni sono state effettuate tra agosto e dicembre 2016, in oltre 50 appuntamenti in varie località del Friuli Venezia Giulia e del Veneto.

Operativamente, l’erogazione dei contributi è stata gestita dal Comitato di solidarietà attiva, promosso dall’Accda (l’Associazione delle cooperative di consumo del Distretto adriatico) e da Legacoop Friuli Venezia Giulia. Dei 2 mila 622 creditori che hanno beneficiato dei contributi per un totale di 13,5 milioni, mille 430 vantavano crediti di importi superiori ai 2 mila 500 euro, mille 192 erano invece i soci con un prestito inferiore e si sono visti riconoscere l’intera somma al primo incontro, per un totale di 1,1 milioni.

I mille 430 soci con crediti superiori hanno sottoscritto un atto notarile e riceveranno la somma in tre rate: «Quella iniziale in cui sono stati donati 6,3 milioni, la seconda entro novembre 2017 con 4,3 milioni e la terza a maggio 2018 per 1,8 milioni - ha spiegato il presidente del Comitato solidarietà attiva, Graziano Pasqual -. I due passaggi successivi sono meramente tecnici, i soci riceveranno cioè un bonifico sul loro conto corrente. Da sottolineare che l’atto di liberalità non intacca in nessuna parte il credito vantato nei confronti di CoopCa».

Coop Alleanza 3.0 si è presa carico anche dei costi relativi al trattamento fiscale degli importi trasferiti e delle spese notarili dell’atto di donazione, per ulteriori 1,4 milioni di euro. «Avere chiuso questa vicenda così mi riempie di orgoglio - ha detto il vicepresidente vicario, Dino Bomben -. Io sono friulano e quello che è successo mi ha toccato in maniera particolare».

Al presidente Turrini il compito di sottolineare la specificità dell’operazione: «L’abbiamo fatto perché siamo una cooperativa, nessun’altra realtà avrebbe agito in questo modo. Perché abbiamo la solidarietà nel dna e, nel limite delle nostre forze, ci facciamo carico dei problemi».

Parallelamente prosegue l’iter del piano concordatario (anche se alcuni immobili, come l’ex Chelonia di Tolmezzo, Spinea, Ponte di Piave e Vittorio Veneto sono ancora sul mercato). Complessivamente i creditori privilegiati incasseranno 30,7 milioni di euro, poco meno di 9 se ne vanno per i dipendenti (già saldati).

A restare fuori sono tutti i chirografari, vale a dire i soci, gli azionisti, i fornitori, gli istituti bancari e persino le cooperative che nel momento della crisi hanno anticipato la liquidità per CoopCa (38 milioni di euro incluso il 50 per cento dei libretti di depositi). Gli azionisti sono 300 e vantano un credito di circa 8 milioni che fa salire il totale a 48 milioni inserendo anche la quota di privilegiati non coperta.

In realtà, parlare di azionisti per CoopCa è tecnicamente sbagliato. Perché quelle piazzate erano quote sociali che - a norma di legge - non davano diritto a un dividendo, come accade per una normale società. Al posto del dividendo la cooperativa garantiva ai sottoscrittori delle quote un premio che si aggirava attorno al 2 per cento del capitale investito.

Argomenti:coopca

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto