Crac dell’ex Arti grafiche, due condanne
UDINE. Il pm aveva concluso la requisitoria chiedendo la condanna di tutti i sette imputati, tra ex presidenti, ex consiglieri d’aministrazione ed ex sindaci, per un totale di quasi 14 anni di reclusione. Con la sentenza pronunciata ieri, al termine del lungo processo celebrato davanti al tribunale collegiale di Udine a carico dei vertici delle ex “Arti grafiche friulane spa” di Tavagnacco per le ipotesi di bancarotta fraudolenta e semplice - le uniche rimaste in piedi, dopo il proscioglimento deciso dal gup per il filone relativo alla scissione del capannone -, è stata invece riconosciuta la penale responsabilità soltanto di due dei tre ex presidenti finiti sotto inchiesta e dichiarata l’assoluzione per tutti gli altri.
Presieduto da Angelica Di Silvestre (a latere Mariarosa Persico e Roberto Pecile), il collegio ha inflitto sei mesi di reclusione, sospesi con la condizionale, a Mauro Dominici, 63 anni, di Basiliano, che dell’azienda era stato presidente e poi anche liquidatore, e a don Renato Zuliani, 66, di Pasian di Prato, coinvolto anche in qualità di amministratore unico della “Immobiliare Tavagnacco srl” e di presidente dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero. Per entrambi è stata inoltre dichiarata l’inabilitazione all’esercizio commerciale per sei mesi.
Il pm Paola De Franceschi aveva chiesto 8 mesi per il primo, accusato di due ipotesi di bancarotta semplice, e 2 anni e 4 mesi per il secondo, cui era stato contestato pure il concorso in bancarotta fraudolenta, in relazione alla cessione a un prezzo ritenuto irrisorio della “Stele di Nadal” alla “Vita cattolica” «senza alcuna effettiva motivazione imprenditoriale conforme agli interessi delle Agf». Al sacerdote si contestava anche di avere concorso a non impedire che nel bilancio 2003 fossero esposti dati fattuali non rispondenti al vero.
Del castello accusatorio, i giudici hanno ritenuto dunque provata una sola delle due ipotesi di bancarotta semplice. Quella, cioè, che attribuiva a Dominici e don Zuliani la responsabilità di avere aggravato il conclamato dissesto della ex Arti grafiche, dichiarata fallita nel gennaio 2006, «omettendo di avanzare autonoma richiesta di fallimento». Di avere, cioè, contratto un debito di 190 mila euro quando la situazione d’insolvenza dell’azienda ea già evidente. Entrambi assolti, invece, dall’altra ipotesi di avere tenuto i libri contabili obbligatori «in maniera irregolare e incompleta». Scontato l’appello da parte dei difensori, avvocati Maurizio Conti (per Dominici) e Andrea Mascherin (per Zuliani). «Sotto il profilo materiale - aveva argomentato Conti - non c’è stato alcun aggravio, in quanto l’ulteriore finanziamento bancario di 190 mila euro era stato impiegato per pagare una parte dei debiti, liquidando i fornitori e gli stipendi dei dipendenti». Il reato si prescriverà a metà luglio, prima del termine annunciato per il deposito della motivazione.
Assolti “perchè il fatto non sussiste” tutti gli altri. A cominciare dall’ex presidente Paolo Gallo, 67 anni, di Udine, a sua volta accusato della bancarotta fraudolenta legata alla cessione della “Stele di Nadal” e per il quale il pm aveva chiesto la pena più alta di 2 anni e 6 mesi. «Si trattava di un’appendice del procedimento originale - ha detto il difensore, avvocato Giuseppe Campeis -, già approdato a proscioglimento, con sentenza confermata dalla Cassazione, che aveva definito quell’operazione imprenditoriale «una scelta discrezionale e insindacabile degli amministratori, fatta nell’interesse della società». Assoluzione anche per il collegio sindacale, composto da Ferdinando Nordi e Sergio Sodde (avvocato Mondini), Silvano Stefanutti (avvocato Ferro) e Andrea Verardo (avvocato Pelizzo).
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